L’estate delle nostre tempeste
LIVORNO – Sono tanti gli interrogativi su cosa succederà alla fine dell’anno per le scadenze degli attuali vertici delle AdSP. Così mi sono fatto prestare la sfera di cristallo da una zingara (ops, scusate, mi è sfuggito il termine, oggi politicamente scorretto: dovevo dire “da una signora di etnia rom”). E dentro la sfera ho cercato di indagare, partendo dalle anticipazioni che qualche numero fa del giornale avevo riportato sul “tiro al piccione”. Chi resterebbe, chi sarebbe cacciato, chi sarebbe nel limbo.
Devo subito ammettere che la sfera mi ha deluso: nebbia, sprazzi di lampi con lontani brontolii di tuoni, ma niente nomi e niente rivelazioni. La signora di etnia rom alla quale ho chiesto spiegazioni mi ha rivelato che guardando bene in fondo, la sfera indicava due scenari. Vero: e ciascuno ha la sua bella prefazione, ma entrambi sono legati da uno stesso tema: il risultato delle elezioni di fine estate. V’interessa?
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Scenario 1: il centro-sinistra, che esprime (bene o male è un altro discorso) l’attuale governo ce la fa ad agguantare, se la cava con un rimpastino nell’esecutivo (sullo sfondo della sfera tremolavano come fantasmi in via di uscita almeno un paio di ministri, compresa la nostra Paola De Micheli) prende respiro dall’imminente arrivo dei primi fondi della UE. Proclama di aver vinto alla grande ma resiste alle pressioni dell’opposizione per elezioni politiche. Il parlamento è sempre meno coinvolto, se non per le ratifiche finali, nelle nuove disposizioni promesse in campagna elettorale. Si affaccia una patrimoniale, più o meno mascherata. E per i presidenti delle AdSP non allineati e coperti suona il “De guello”, ovvero senza pietà.
Scenario 2: il centro-destra, che esprime (bene o male) tante istanze specie dei territori per un rilancio dell’economia, un freno all’immigrazione clandestina, e specialmente una seria riforma fiscale, rosicchia altre regioni e conferma di essere, sul piano dei partiti che ne compongono la costellazione, la maggioranza reale del paese. Il premier Conte fa le valigie, il governo cerca di non mollare anche se le cinque stelle diventano stelle cadenti e il PD strizza l’occhio a Berlusconi, come ha fatto capire il governatore Emiliano in una intervista TV. In parlamento c’è il mercato delle vacche, cioè la consueta migrazione per saltare sul carro dei vincitori. Nelle AdSP, per i non allineati e coperti a destra suona il “De guello”.
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Inutile aggiungere che ho restituito la sfera, piuttosto deluso, alla signora di etnia rom. Non c’era bisogno di quel periscopio sul futuro per sapere quello che vi ho appena illustrato. Però l’unica cosa certa sembra essere che prima delle elezioni nelle AdSP cambierà poco o niente. Compreso il sistema di rinviare “sine die” le sentenze dei tanti procedimenti giudiziari che hanno coinvolto buona parte dei presidenti. Dunque, cielo tempestoso, fulmini e tuoni all’orizzonte. E la solita Italietta, ahimè. Forse si stava meglio quando si stava peggio.
Antonio Fulvi
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