Prima nave da lavorare per PIM
PIOMBINO – Intanto c’è la prima nave, o almeno quella che era una nave: la “Costa Victoria”. Alla banchina in concessione a PIM (Piombino Industre Marittime), inviata da Cantieri San Giorgio del Porto che di PIM è azionista insieme al gruppo livornese Neri, sarà il primo lavoro in grande dell’area portuale. C’è stato il precedente della trasformazione degli “sponsons” dell’altra sfortunata Costa, la “Concordia”: trasformati con un intelligente lavoro di alcuni mesi, sono stati già trasferiti a porto Lotti, nel golfo spezzino, per diventare una banchina da yachts.
Questa volta però si tratta di lavorare un’intera nave: nata per le crociere, è uno scafo della rispettabile lunghezza di 252 metri, 75 mila tonnellate di stazza, 800 membri d’equipaggio per una capienza fino a 2400 passeggeri. Per quanto abbia solo 24 anni, è una nave ormai superata per gli standard delle crociere d’oggi ed è stata ceduta da Costa ai Cantieri S. Giorgio del Porto che stanno esaminando una serie di opzioni: trasformazione totale per tornare alle crociere con una nuova configurazione (la ripresa del comparto pare punterà su navi medie, come potrebbe essere appunto la “Victoria” ricondizionata); oppure utilizzo dello scafo, smontato tutto il resto, per una totale trasformazione (cargo, metaniera, o altro); infine demolizione totale. Tutte opzioni per le quali è nata la società PIM. Anche se filtrano da Genova indiscrezioni secondo le quali se sarà scelta l’opzione di ammodernare totalmente la nave a Piombino sarebbe fatta solo una parte del lavoro, riportando poi lo scafo semi-ricostruito a Genova. Indiscrezioni, appunto: con il beneficio della verifica.
Comunque vada, l’ingegner Valerio Mulas, direttore generale di PIM, è soddisfatto. Non rilascia dichiarazioni, ma fa capire che dopo tanti preliminari, finalmente arriva un lavoro, che coinvolgerà anche ditte di Piombino nei dettagli. Da parte sua Claudio Capuano, responsabile dell’AdSP per Piombino, conferma che ormai il cantiere ha avuto tutte le autorizzazioni, sta risolvendo con le istituzioni locali anche gli ultimi allacciamenti definitivi (corrente elettrica ed acqua) ed è la conferma che il grande porto delle grandi aree nato per caso dalla tragedia della “Costa Concordia” oggi non è più solo il modesto ponte per l’Elba. Un piccolo dettaglio ancora da risolvere: la prua della “Costa Victoria” uscirà di qualche metro dalla banchina in concessione: quanto basterebbe, in altri porti dove impera un clima di ricorsi anche sulle minime faccenduole (ogni riferimento non è casuale…) per diventare un problema. “Ma non da noi” assicura Capuano.