Aerei e fregate “scippate” alla Marina
ROMA – C’è amarezza diffusa nel campo delle scelte della politica italiana. Ma quando a farsi portavoce di uno sconforto misto a rabbia è un ammiraglio di squadra sia pure in pensione come Binelli Mantelli, ex capo di SM della Difesa, qualcosa di sicuro va oltre il fatto in sé. Quando poi i fatti sono di più, l’amarezza cresce.
Si è scritto molto, nei giorni scorsi, sulla decisione del nostro governo di vendere all’Egitto due delle nostre ultime e più moderne fregate – classificazione Nato destroyer – con la vaga promessa di sostituirle con altrettanti ordini “appena possibile”. A parte la protesta del comitato Regeni, che aspetta ancora dall’Egitto un chiarimento che probabilmente non arriverà mai, la sottrazione di due importanti unità alla nostra già asfittica marina militare ha “indignato” non solo Binelli Mantelli. E se gli alti gradi attuali sono istituzionalmente tenuti a subire in silenzio, c’è chi come l’ex capo di Stato Maggiore della Difesa ci ha messo un carico da otto.
[hidepost]
“Sono indignato – ha scritto in una sua nota che circola negli ambienti di governo – per quanto sta succedendo in questi giorni ai danni della Marina Militare. Avevo già rappresentato con una mia lettera aperta al Ministro della Difesa lo scippo operate dagli attuali vertici della Difesa ai danni della Marina e a favore dell’Aeronautica relativamente alla acquisizione dei velivoli F35B a decollo corto, notoriamente ideati per l’imbarco su piccole portarei.
Uno scippo che costerà al contribuente circa 450 m/d di euro di investimenti della Difesa e circa 100 m/d anno in termini di maggiori spese di esercizio per la MM.
“Nel mio incarico di capo di SM della Difesa – continua la nota – ho operato con trasparenza e correttezza nell’interesse di tutte FFAA, ricercando sempre soluzioni rigorose con la piena concordanza all’interno del Comitato dei Capi di Stato Maggore. Vedo con molto dispiacere che oggi non è più così e che le decisioni, come per gli F35B, vengono prese unilateralmente e sistematicamente ai danni della Marina.
“Oggi, con grande amarezza devo prendere atto di un ulteriore scippo che si sta perpetrando da parte di quegli stessi vertici.
“Infatti la vicenda della cessione delle due più moderne unità della Marina all’Egitto, ormai decisa da tempo col beneplacito dei vertici della Difesa (omissis) riguarda due Navi che portano i nomi di nostri due sottufficiali incursori e medaglie d’oro: Banchi e Schergat, appena varate a completamento del Programma italo/francese Fregate Europee Multi Missione. Le due navi verranno cedute all’Egitto per fare cassa senza alcuna contropartita nella Marina.
Uno scippo alla Marina e uno schiaffo ai nostri valorosi Incursori dei Varignano a La Spezia.
“Ora delle due una: o queste navi – continua lo sfogo dell’ammiraglio – erano di troppo e allora il contribuente dovrebbe chiedersi perché i suoi soldi vengono spesi così alla leggera; oppure erano unità indispensabili per l’ammodernamento della nostra flotta in un momento in cui il Mediterraneo è un bacino di grande instabilità e insicurezza”.
Dopo aver espresso dubbi sulla nostra politica estera nel confronti del turbolento Nord Africa (“l’Italia e l’Europa sostengono Serraji nella guerra civile libica ma allora non è chiaro perché vendiamo armi all’Egitto, che sostiene apertamente Haftar”) la nota conclude ricordando che per questa “vendita” l’Italia dovrebbe anticipare 11 m/d di euro senza peraltro alcun impegno egiziano ad ordinare altre unità e senza alcuna contropartita per la nostra Marina”.
*
Fin qui la lettera. Alla quale non sono state date risposte né ufficiali né ufficiose, salvo alcune assicurazioni che la vendita delle fregate dovrà passare ancora l’iter parlamentare. Per quello che ci riguarda, tra gli infiniti problemi del paese di questi tempi quello della fregatura data alla Marina degli aerei e delle due fregate è forse il meno evidente ma non il meno importante. A noi interessa sia chiarito. Se sarà possibile.
Antonio Fulvi
[/hidepost]