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Economia del Mare e suoi valori

Riccardo Breda

LIVORNO – Come ormai avviene da anni la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha presentato, in una conferenza stampa sul web, l’ultima edizione del suo “Rapporto sull’Economia del Mare” relativo all’area. Lo studio riguarda anche il 2020 e porta il significativo sottotitolo: “Un contributo alla conoscenza della Blue Economy nelle province di Livorno e Grosseto”.

Il presidente della Camera Riccardo Breda ha voluto sottolineare, in apertura, che lo studio è stato elaborato dal gruppo di lavoro costituito da Raffaella Antonini e Mauro Schiano, con la grafica di Silvia Bartolucci. Lo studio completo è reperibile sul sito http//lg.camcom.it/pagina 1753_studi-e-ricerche.html. Sono 32 pagine di dati e grafici di estrema attualità e interesse.

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“Quest’anno – ha premesso il presidente Breda – l’obiettivo principale del rapporto non sarà, tuttavia, quello di apportare un contributo alla conoscenza di un settore importante per lo sviluppo di tutto il sistema imprenditoriale locale (in linea con quanto prodotto negli anni passati) bensì focalizzare l’attenzione sul “come eravamo” e quindi da quale scenario ripartire.

“La notevole documentazione statistica elaborata, e di cui solo una selezionata sintesi viene riportata nel rapporto, è stata come sempre ricavata, quando non diversamente specificato, dalle analisi realizzate con cadenza annuale da un team di esperti del sistema camerale appartenenti a: Unioncamere, Si Camera, Istituto Tagliacarne.

“Queste analisi da cui originano i rapporti nazionali sull’Economia del Mare costituiscono nel panorama italiano un importante riferimento scientifico per la quantità dei dati trattati e soprattutto per la rigorosa metodologia d’indagine utilizzata. Metodologia che, anno dopo anno, si è affinata cercando, tra le altre cose, di fornire indicatori statistici in grado di proporre spunti, elementi e considerazioni sui risvolti socio-economici del settore.

“Ci auguriamo che i risultati di queste analisi – ha concluso Breda – siano tenute nella massima considerazione dai diversi livelli politici allorquando dovranno essere approntati i giusti programmi per il superamento della crisi e le misure più idonee per una efficace governance del territorio e del mare”.

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In partenza, lo studio ricorda che, stando all’ultimo rapporto predisposto dalla Commissione europea (sotto la regia di DGMARE) alla Blue Economy viene attribuito un volume di affari di 658 miliardi di euro, di cui 180 miliardi di valore aggiunto (quindi quasi 480 miliardi di costi intermedi, cioè di acquisti effettuati negli altri settori dell’economia), ed un’occupazione di circa 4 milioni di addetti.

Questo importante risultato è frutto dell’operatività di un insieme di attività marittime e Paesi, un insieme vasto e diversificato quanto la stessa Europa e di cui l’Italia è parte integrante e, possiamo dirlo con un certo orgoglio, significativa.

Al termine del 2018 in Italia a muovere la Blue Economy sono poco meno di 200 mila imprese (per la precisione 199.177), un’operatività a cui si associa un valore aggiunto annuale di oltre 46 miliardi di euro ed un occupazione che supera le 885 mila unità lavorative. La ricchezza e l’occupazione prodotte direttamente dalla dotazione imprenditoriale “specializzata” sono solo una parte del benefico effetto generato sull’intera economia nazionale in quanto i dati citati non contabilizzano gli effetti a monte ed a valle dell’attività del settore. Infatti, per ogni euro prodotto direttamente dalle imprese dell’Economia del Mare gli studi realizzati nel tempo da Unioncamere stimano che se ne attivi un altro 1,9 per effetto delle relazioni esistenti con il resto dell’economia che integrano, quasi raddoppiandolo, il valore generato direttamente.

Restringendo l’orizzonte alla Toscana, il tessuto imprenditoriale blu è costituito da 13.795 imprese che nel 2018 hanno originato un valore aggiunto che sfiora i tre miliardi di euro, impiegando oltre 56 mila unità lavorative.

Nelle sole province di Grosseto e Livorno hanno sede 6.439 imprese in cui risultano occupate 27.958 persone, un potenziale che ha generato direttamente circa 1,4 mld/C di valore aggiunto senza contare quanto prodotto, come sopra evidenziato, dalle attività collegate a monte ed a valle. Utilizzando un valore medio del moltiplicatore relativo al Centro Italia si può stimare, per Livorno e Grosseto nel complesso, un ulteriore valore aggiunto attivato in un anno dall’Economia del Mare che va oltre i 2.600 mln/C, quasi il doppio di quello derivante direttamente dal settore. Questa cifra, sommata a quanto prodotto dalla Blue Economy in senso stretto, porta il valore aggiunto totale blu delle due province a superare i 4 miliardi di euro.

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Pubblicato il
3 Giugno 2020

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