Pro domo nostra
LIVORNO – Comincio subito a spiegare questo titolo in latino maccheronico: ricordi di scuola delle più celebre orazione di Marco Tullio Cicerone “Cicero pro domo sua”. Difendeva la sua casa, fu bravissimo, convincente, acclamato.
Io non m’illudo di esserlo altrettanto. Però chiedo comprensione per questo nostro ormai antico foglio e ce la metto tutta. Il problema è comune a tutte le pubblicazioni, su carta (e oltre ai grandi giornali siamo rimasti in pochi) o sul web: i tagli della pubblicità. Malgrado i forti incentivi varati dal governo (bonus del 30% sui costi, come potrete anche leggere nel dettaglio che riportiamo in ultima pagina) parecchi inserzionisti, anche affezionati da anni, hanno “sospeso” i contratti pubblicitari.
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Strategie di risparmi in tempi grami, per le epidemie parallele del Covid e della crisi finanziaria: strategie comprensibili sul piano strettamente economico (sono i tagli più semplici) assai meno su quello di una proiezione verso l’auspicata ripresa. Per la quale vale – come sempre – il concetto semplice e mai smentito della pubblicità “che è l’anima del commercio”. Chi più si fa conoscere – e persevera nel farsi conoscere anche con le tante idee e offerte nuove maturate per il dopo Covid – sarà in pole position. L’avete notato? È in aumento esponenziale la pubblicità generalista delle auto (che oggi non si vendono) dell’elettronica di consumo (che è ferma al palo), dei servizi finanziari (barricati come non mai) e altri ancora. Spingono oggi per trovarsi in pole appena il mondo riprenderà a girare.
Noi abbiamo continuato ad esserci, con l’impegno costante e non certo facile di tutti coloro che lavorano per queste pagine, malgrado da mesi il nostro mondo sembri alla fine del mondo. Abbiamo ospitato – e continueremo a farlo – interventi d’appelli, interviste e prese di posizione dell’intera catena logistica nazionale. Il Covid ci ha fatto male, ma non tanto male da metterci in ginocchio. Se tutti voi che ci leggete farete per noi anche un piccolo sforzo, la vinceremo ancora una volta. Ne siamo certi. Grazie.
A.F.
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