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Porticcioli, aiuti e regole

Nella foto: Matteo Italo Ratti

FIRENZE – “Fase 2”, tra speranze e nuove problematiche. Ne sono ben consapevoli in Toscana organi operativi come il Consorzio dei porti turistici di Piero Angelini capitanato dal Marina Cala de’ Medici con il direttore Matteo Italo Ratti e il distretto nautico della Regione presieduto dall’ingegner Vincenzo Poerio, che hanno già avviato un rapporto diretto con l’assessore al turismo e demanio della Regione Toscana Stefano Cuoffo, in una prima video-conferenza che si è svolta due giorni fa, nella quale sono stati posti alcuni punti fermi da attuare prima possibile. Abbiamo chiesto i dettagli al dottor Ratti.

Il “tutti a casa” che dura ormai da due mesi non dev’essere stato facile per i porti e gli approdi turistici…

“Userei un altro termine: è stato drammatico, specialmente per quelle realtà che sono meno strutturate e meno forti rispetto a Cala de’ Medici. Le ricadute economiche del blocco totale delle attività nautiche per alcuni scali sono da collasso. Ecco perché occorre dare risposte concrete al comparto, a partire dal territorio: cioè dalla Regione. E con la Regione ci stiamo confrontando, con spirito di collaborazione in chiave costruttiva, senza dimenticare di ribadire l’urgenza”.

Chiedete giustamente risposte ed atti concreti: su quali proposte?

“Premesso che il blocco totale delle nostre attività remunerative, dai transiti delle imbarcazioni ai canoni di quelle con punti d’ormeggio, ha congelato ogni entrata, abbiamo chiesto alla Regione due interventi urgenti: la riduzione al 50% dei canoni demaniali, come è stato già fatto in altri tempi per la riconosciuta indisponibilità di utilizzo delle strutture; e la sospensione temporanea dell’addizionale regionale sui porti turistici, che in Toscana è la più alta d’Italia. Sono entrambi provvedimenti che possono dare un pò d’ossigeno a un comparto che anche solo per il turismo indotto è tra i più significativi del territorio anche sul piano economico.”

Richieste ragionevoli, anche se toccano il nervo scoperto delle entrate delle istituzioni. Ma come spingere la Regione ad aderire?

“La soluzione che abbiamo presentato in queste ore all’assessore Cuoffo è quella di un immediato tavolo permanente per confrontarci sul demanio regionale, sui relativi canoni e sui tempi di intervento. Vogliamo essere concreti e veloci: anche perché se si dovesse arrivare, per mancanza di interventi pubblici, sul default di alcuni porti o approdi, potrebbero saltare le concessioni e si aprirebbe una stagione di massacranti contenziosi, con ricadute disastrose sia sul settore, sia sui territori. Il rischio di un’anarchia sulle coste non è esagerare”.

Lei teme anche una fuga dai nostri porti turistici verso la vicina Corsica o altri paesi?

“Non è pura teoria. Se non risolviamo in termini ragionevoli e concreti anche le aperture della “Fase 2”, potremmo veder ripetersi quella fuga che le famigerate tasse di stazionamento provocarono anni fa. Dobbiamo essere concreti e veloci: anche perché una riapertura totale, indiscriminata e non regolamentata farebbe al comparto e alla lotta contro il Covid più male ancora. Noi proponiamo che siano creati protocolli di aperture scaglionate, con controlli attenti a chi entra in porto sia da terra che dal mare: registrazione della temperatura, dichiarazioni di sanità, numeri chiusi con scaglionamenti per banchine o per gruppi di barche. Vogliamo e dobbiamo collaborare alla guerra contro la pandemia con tutte le nostre forze e stiamo impegnandoci a fondo. Ma vogliamo anche salvaguardare la portata economica del nostro lavoro; e il giusto diritto di chi ama il mare e vuole utilizzare – con giudizio e senso di responsabilità – la propria barca. C’è un mondo intero che vive di questa passione e che rappresenta migliaia di posti di lavoro.

A.F.

Pubblicato il
25 Aprile 2020

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