Meno navi per il Covid e così stanno meglio i cari mostri del mare
LIVORNO – L’immagine che ci ha girato la Guardia di Finanza ha un valore speciale, in questi tempi di ridottissimo traffico navale sul Tirreno: l’avvistamento di una balena da parte di una vedetta, in acque poco oltre le secche della Memoria, conferma che la riduzione del traffico navale – traghetti e crociere in particolare – sta interagendo in chiave positiva con gli animali marini del santuario “Pelagos”, riducendo il loro stress e facendoli addirittura avvicinare ai porti. Si segnalano (abbiamo pubblicato di recente anche una foto) delfini dentro il porto di Genova, addirittura che giocano sotto banchina con gli operatori; pesci luna avvistati sempre dalle motovedette al largo delle secche della Memoria; un capodoglio che ha sfilato sulla punta della Principessa dell’isola di Capraia, e ancora stenelle a branchi, tartarughe marine, globicefali, persino uno zinio avvistato da un peschereccio nel canale tra Capraia e Gorgona.
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Che vuol dire tutto questo? Semplicemente che il santuario dei mammiferi marini non è affatto teorico, ha una sua valenza e conferma che la natura, come può, riesce anche a contrastare le eccessive attività entropiche sul mare, sia pure soffrendone. Ne deriva l’ovvia considerazione che le cicliche richieste di attenzione del Parco nazionale marino “Pelagos”, in Italia rappresentato anche dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, andrebbero prese in considerazione quando il traffico marittimo riprenderà, dopo la crisi del Covid-19.
Nessuno può pretendere che elementi così importanti per l’economia nazionale ed internazionale come i trasporti marittimi vengano condizionati in modo drastico. Ma oggi esistono attrezzature, anche sulle navi, che possono individuare con esattezza gli animali marini di maggiori dimensioni a distanza sufficiente per evitarne lo speronamento. Ogni anno si verificano almeno una mezza dozzina di casi mortali per balene, balenottere e capodogli: evitabili in buona parte con le apparecchiature che alcune compagnie di traghetti stanno già utilizzando.
È un piccolo richiamo nel mare magnum dell’attuale guerra per la vita che ci è stata imposta dalla pandemia. E forse, a guerra terminata, saremo anche più sensibili alla vita in tutti i suoi aspetti. Compresa quella dei nostri grandi e meno grandi cari mostri del mare.
A.F.
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