Diagnosi terapie e bordello
LIVORNO – Spero che nessuno voglia prendersela per la piccola osservazione critica che sto proponendo con queste righe. Nel senso che, rilevando la sovrabbondanza di convegni sulla logistica e sugli aspetti connessi – spesso sugli stessi precisi temi e con gli stessi importanti relatori che saltabeccano di quà e di là – non intendo criticare chi si impegna a cercare diagnosi sui mali del sistema Italia: ma semmai intendo sottolineare che troppo spesso mancano presenze – e specialmente risposte operative – della classe politica nazionale. Quella che secondo Dante, avrebbe il potere di realizzare gli interventi tante volte ben indicati dai convegni: “là dove si puote ciò che si vuole”, scriveva appunto l’Alighieri.
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Il problema dei problemi non è dunque l’eccesso di diagnosi, quasi sempre centrate, ben documentate e sostenute da cifre incontestabili, da rapporti certificati, da esperti anche internazionali. Il problema è che a fronte di queste diagnosi ineccepibili, mancano le terapie veloci ed appropriate. Quelle che spettano a una classe politica di governo – specie nazionale – forse troppo distratte dalle beghe interne per occuparsi dell’Italia.
Scusate il pessimismo: ma non usciremo ormai dall’altra definizione dantesca di un’Italia “nave senza nocchiero alla deriva/ non donna di provincia ma bordello”?
Antonio Fulvi
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