Workshop su porti e logistica del sistema costiero in Toscana

Nella foto: Il tavolo dei relatori con al centro il consigliere regionale Gazzetti.
LIVORNO – Nel florilegio dei convegni, dei workshop e dei brain-storm che riempie le cronache – se non le sale – sui temi della portualità e della logistica, l’incontro di venerdì scorso al LEM su “Porti e logistica del sistema mare della Toscana” ha avuto due meriti: dare la parola alle associazioni operative, sotto l’egida di un’organizzazione come “Il caffè della scienza” intitolato all’indimenticato studioso Nicola Badaloni; e tracciare una serie di linee-guida concrete, non legate al mondo dei sogni ma alla fattibilità. Il moderatore del convegno, il dottor Emiliano Carnieri, è un “vecchio lupo” della programmazione, già dirigente della Provincia e responsabile in Regione di pianificazione e sviluppo. È stato capace, nel non facile workshop in una giornata funestata dagli eventi meteo e da alcune assenze importanti, di dare un senso compiuto all’incontro.
[hidepost]
La cronaca dei lavori, dopo i veloci saluti istituzionali, si è riagganciata idealmente al forum del dicembre 2002 quando lo stesso “Caffè della Scienza” presentò uno studio su economia della conoscenza e innovazione. “Oggi intendiamo offrire – ha premesso Carnieri – una tribuna per un confronto sui profondi cambiamenti indotti ai processi tecnologici e dalla globalizzazione economica che modificano usi e costumi in un’area costiera che deve ricollocare la vocazione marittima nell’area del trasporto sul mare di sesta generazione per navi presto a guida autonoma e da 15 mila TEUs; il tutto che stia nel quadro della programmazione europea dei trasporti e della logistica quale anello fondamentale di una catena logistica integrata”.
È seguita una lunga, dettagliata e forse eccessivamente articolata relazione del vicepresidente del “Caffè della Scienza” Claudio Pucciani, che ha fatto il punto del sistema Toscana sul mare con i suoi punti di eccellenza e i suoi problemi. Francesco Gazzetti, consigliere regionale e livornese, a sua volta ha riferito le iniziative e le prospettive di Firenze, con un forte riferimento all’impegno personale del presidente Rossi. Sono seguiti gli interventi delle categorie, con chiare prolusioni in particolare di Gloria Dari (Spedimar) e Marco Mignogna (TDT) che non hanno nascosto problematiche e limiti. Ha concluso Francesco Palmiro Mariani, già segretario generale Assoporti e uomo di grandi esperienze anche nell’articolazione dei sistemi portuali.
Come si può sintetizzare un workshop di alto livello professionale ma anche di proposte non peregrine? Più che le analisi, ci sembrano importanti le terapie. Come la cabina di regia, da tempo attesa, per l’insediamento all’Interporto Vespucci di spin-off accademici e start-up innovative, con la partecipazione anche del mondo universitario. È stato dato il giusto valore alla firma del protocollo tra l’Agenzia delle Dogane e l’AdSP livornese per coordinare azioni e team tecnici. Sull’innovazione digitale, si è sollecitato l’intervento, previsto entro il 2020, nelle aree candidate per intervento BUL in Toscana. Infine il punto sui grandi progetti: Darsena Europa, lo scavalco, le ZES delle due aree interessate, i raccordi ferroviari tra porto, retroporto e grandi reti. Tanta carne al fuoco, con un memorandum di interventi urgenti che punta prima di tutto su un indispensabile coordinamento tra enti, istituzioni, associazioni di categoria e operatori. E in particolare, citando l’ex presidente di Confetra Nereo Marcucci, “serve la capacità degli organismi regolatori di mantenere la competizione dentro regole chiare che per loro natura sono adatte a perseguire l’interesse generale”. Quasi più filosofia che non logistica: ma a ben vedere, non c’è poi troppa differenza nel pensiero positivo.
A.F.
[/hidepost]