SOS LOG: con il Bio-LNG logistica più sostenibile

Daniele Testi
LA SPEZIA – Un’ancora maggiore sostenibilità nella logistica è possibile con il Bio-LNG. Ne hanno discusso in una tavola rotonda organizzata e coordinata da SOS Logistica a BILOG i vari rappresentanti dei settori che partecipano alla produzione ed utilizzo del combustibile oggi ritenuto il nuovo traguardo, al di là del GNL, per raggiungere la più alta riduzione nelle emissioni.
“Si parla molto di LNG per la trazione dei mezzi pesanti mentre il Bio-LNG non si conosce ancora moltissimo – ci ha detto il presidente di SOS LOGistica Daniele Testi a margine del convegno – ma in effetti è una nuova frontiera dove il contenuto di emissioni di CO2 equivalente tende ad andare a zero nella logica well to wheel, cioè nel ciclo del carburante fino al consumatore finale”.
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Moderato da Renzo Provedel, vicepresidente di SOS LOGistica, all’incontro hanno partecipato Dario Cingolani (LC3), Ugo Peruch (Mutti), Sergio Caimi (DIS), Gabriele Marin (Air Liquide Biometano), Massimo Santori (Gruppo CNH Industrial – IVECO). Tutta una filiera riunita dunque – come è nello stile dell’associazione – per esaminare possibilità e difficoltà dell’applicazione di economia circolare che può essere attuata con tecnologie già note, disponibili e sostenibili. E’ infatti possibile ottenere dagli impianti un metano liquido che deriva da biomasse, pulito, che non aggiunge gas clima alteranti e che utilizzato nei processi di trasporto non penalizza l’ambiente.
“Come associazione – ha spiegato Testi – abbiamo voluto raccontare le varie esperienze partendo da chi è attivo nei prodotti alimentari ed i cui scarti agricoli vengono poi utilizzati dai biodigestori per arrivare a chi si occupa di realizzare questi impianti di produzione di gas naturale per poi liquefarlo, completando la catena con chi utilizza il Bio-LNG come autotrasportatore ed infine con chi produce i mezzi di trasporto. Non tralasciando temi legati alla competitività; quali sono le barriere affinché questo modello di filiera di economia circolare possa avere spazio nel breve termine e quali sono invece i vincoli che oggi impediscono all’Italia di sfruttare questo tipo di carburante innovativo.
Questa è una sfida che richiede una visione di sistema tra chi produce scarti agricoli, chi si occupa di biodigestori e impianti di liquefazione, chi presidia la catena di trasporto e chi produce i mezzi necessari all’utilizzo del biocarburante”. Ogni azienda ha uno specifico ruolo nel processo che si conclude con la distribuzione e, infine, con il consumo, ma tutte sono al tempo stesso interconnesse e interdipendenti nella creazione di un “sistema” sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
La Mutti ad esempio – ha spiegato il direttore del servizio agricolo Peruch – da sempre valorizza e riutilizza gli scarti di lavorazione, che sono oltre 10.000 t/anno, anche attraverso la produzione di biogas e l’ottimizzazione della logistica sia del prodotto fresco in ingresso, sia del prodotto finito in uscita movimentando complessivamente durante la campagna di produzione oltre 10.000 tonnellate al giorno. Per l’azienda, il Bio-LNG è sicuramente una tra le più interessanti opportunità di mitigazione dell’impatto – ha detto Peruch – e sono previste ulteriori iniziative e ricerche per sviluppare questa soluzione. Anche Sergio Renato Caimi, direttore tecnico DIS – Dentro il Sole, azienda da anni impegnata in Italia e all’estero in attività che hanno fra i principi cardine la riduzione del Carbon FootPrint e quella del Water FootPrint, ultimamente sempre più vicina al mondo agricolo, ha informato che, in collaborazione con Air Liquide, sono in fase realizzativa quattro impianti di produzione di Biometano Liquido e relativi distributori. L’azienda inoltre grazie alla sua esperienza collabora con proprietari e utilizzatori di flotte per il trasporto merci per la migliore ottimizzazione delle risorse favorendone l’accesso agli incentivi per il risparmio energetico.
Del gruppo Air Liquide, operante a livello europeo, ha parlato a BILOG Gabriele Marin informando sul lancio in Italia di un modello di sviluppo per la creazione di partnership con gli operatori agricoli al fine di valorizzare scarti agricoli e zootecnici, utilizzandoli all’interno degli impianti di produzione del biometano destinato ai trasporti. Attraverso le partnership, gli operatori agricoli hanno l’opportunità di prendere parte ad un progetto imprenditoriale che non si limita al recupero della materia prima ma percorre tutta la catena del valore fino alla produzione di biometano destinato al rifornimento di veicoli singoli e flotte aziendali.
Dario Cingolani, direttore commerciale di LC3, prima azienda in Italia ad impiegare mezzi a metano liquido, ha confermato i grandi risultati ottenuti in termini di riduzione degli inquinanti e la disponibilità ad affrontare da subito l’importante sfida del biometano liquido. L’innovativa azienda di trasporti si è infatti già strutturata, anche grazie al distributore di flotta già abilitato ad erogarlo, per garantire ai suoi clienti il trasporto con questo carburante ritenendo al momento questa soluzione come la più green rispetto all’opzione elettrica ancora al di là da venire per i camion, ma auspicando nel contempo una rapida diffusione del biometano, la cui disponibilità, anche in forma gassosa, è attualmente limitata.
Secondo Massimo Santori di CNH Industrial-IVECO Italia, le potenzialità di crescita della tecnologia GNL e Bio-GNL applicate nei mezzi commerciali per le distanze a lungo raggio sono molto alte perché sempre più apprezzate dal mercato per la possibilità che offrono agli operatori logistici di ridurre i costi totali e per la capacità di fornire servizi su segmenti stradali ed autostradali con impatti ambientali decisamente contenuti. Santori ha informato che in Italia viaggiano già oltre 2.000 truck ad alimentazione GNL che adottano sistemi “powertrain” da subito compatibili con l’utilizzo del Bio-LNG e che si prevede un ulteriore forte consolidamento per il 2020.
A fronte di moltissime testimonianze a favore del Bio-LNG le criticità riguardano principalmente l’incertezza del suo costo per le aziende di trasporto; ma, è stato detto nell’incontro, che sul punto non ci saranno traumi dal passaggio LNG a Bio-LNG.
“Come SOS LOGistica stiamo avendo una grande attenzione a questa tematica legata ovviamente ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità – ha concluso Daniele Testi – e si inizia ad accendere anche qualche faro sui processi della catena di distribuzione della logistica che incidono fortemente sui prodotti che vengono movimentati e quindi su una parte della catena del valore che oggi emette CO2 e gas nocivi in maniera piuttosto rilevante. Solo per fare un esempio dell’importanza della questione: in Lombardia il 28% di tutte le emissioni di CO2 è legato alla modalità e al trasporto”.
C.G.
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