Caso Ravenna: ora Assoporti preme su Roma
RAVENNA – Mike Bongiorno forse avrebbe gridato “Colpo di scena!” o qualcosa di simile. Noi, più modestamente, ci chiediamo come possa accadere che i magistrati di una Procura possano sospendere dalle proprie funzioni un presidente di AdSP (e relativo segretario) per poi rimetterli immediatamente sulle rispettive poltrone in ossequio a una procedura che forse doveva essere diversa.
Stiamo parlando del “caso Ravenna”, quello stesso che ha scatenato mezza portualità italiana in difesa del presidente dell’AdSP dell’Adriatico centro-settentrionale Daniele Rossi, sospeso dalla carica insieme al segretario generale Ferrandino per un’inchiesta sull’affondamento di una nave. Ci dicono che ci sarebbero state interpretazioni diverse delle procedure e che quindi Rossi e Ferrandino sono stati riproiettati sulle rispettive poltrone solo perché dovranno essere interrogati dal magistrato. Poi, se dovrà esserci, arriverà l’eventuale sospensione, come è avvenuto nel “caso Livorno”.
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E’ andata così, o ci hanno male informato? Comunque stia andando, pare che molti presidenti di AdSP stiano chiedendo al nuovo governo un chiarimento sulle normative che li ponga al riparo di iniziative giudiziarie destinate a volte – come il “caso Livorno” – ad essere poi bacchettate dai gradi superiori della magistratura (nella fattispecie la Cassazione). A Roma stanno concordando un incontro tra alcuni dei più dinamici presidenti di AdSP proprio per fare pressioni sul MIT o addirittura in Parlamento sui necessari chiarimenti normativi per maggiori garanzie nella “governance” dei sistemi portuali: incontro che dovrebbe avvenire oggi, mercoledì 25, salvo rinvii che però verrebbero esclusi dai più determinati.
Antonio Fulvi
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