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“Ecoballe” e il mistero di Cerboli

ROMA – La “lista della spesa”, se così vogliamo chiamare sdrammatizzandolo il colossale elenco delle urgenze sul piano della logistica nazionale, è in questi giorni quasi infinita. Non c’è categoria, che non abbia presentato le sue urgenze, spesso di valore internazionale. E poi c’è lo stimolo – da tutti sottoscritto – di una coscienza “green” anche sul mare. Pane per il nuovo governo, che se n’è fatto, almeno a parole, una bandiera.

Lunga premessa, lo capisco, per introdurre un tema che sembra il paradigma di un motore in folle: quello delle “ecoballe” (sottolineiamo l’ironia del nome) perdute tempo fa al largo dell’isolotto di Cerboli da una nave che doveva trasferirle da Piombino a Varna (Bulgaria) e che a due mesi dal decreto del presidente della Repubblica Mattarella per il loro sollecito recupero nessuno si è ancora mosso per trovarle. Malgrado parecchie imprese specializzate – gira voce – si siano dette disponibili.

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Una storia di ordinaria follìa, tra le tante sulle nostre coste? Mattarella, in data 25 giugno ’19, ha nominato per decreto il contrammiraglio (Cp) Aurelio Caligione commissario governativo per il recupero delle “ecoballe” (rifiuti plastici pressati) perse nel golfo di Follonica dalla motonave “Ivy”: alcune delle quali balle nel frattempo si sono spiaggiate, scatenando un finimondo. Al commissario, il decreto ha assegnato un ufficio al ministero del’Ambiente, personale adatto e “tre esperti in materie giuridiche”. Perché allora non si è ancora partiti? E se si è partiti, chi sta gestendo la ricerca? Dando per scontato le difficoltà dell’impresa e i tempi della burocrazia che l’ammiraglio dovrà subire, perché non se ne sa niente?

Da quello che ci risulta, il gruppo Castalia – che ha un contratto con il ministero proprio per questi interventi – non sarebbe stato ancora messo in allarme. Nel frattempo si sono fatti avanti privati come l’Almas Shipping di Livorno, (con una disponibilità anche della stessa Micoperi) e la STMP degli ormeggiatori di Piombino. E risulta anche la disponibilità dei mezzi della Neri, che fa parte della stessa Castalia. Non mancherebbero nemmeno i fondi: il P&I avrebbe annunciato uno stanziamento fino a 2,5 milioni di euro per l’operazione.

E allora? Trattandosi di “ecoballe”, il sospetto è che intorno a tutta questa (al momento mancata) operazione di ricerca e recupero, circolino ad oggi più balle (come “Fake news”) che fatti reali. Sperando di essere smentiti. E specialmente che si cominci davvero ad operare, prima che la brutta stagione renda impraticabile quel tratto di mare.

A.F.

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Pubblicato il
11 Settembre 2019

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