Ri-habemus Papam: e ora?
LIVORNO – Diciamocelo: non è la conclusione di un ciclo. È solo un primo passo, importante ma che lascia aperto un insieme di possibilità diverse. Bentornato alla presidenza della AdSP a Stefano Corsini, per di più con il viatico della Cassazione che ha sancito – e non ci sono né se né ma – che la sua sospensione è stata un errore. Il tutto vale, fino a prova contraria, anche per gli altri, Massimo Provinciali e i manager privati, colpiti dallo stesso, sbagliato anatema. Tutto il resto però rimane in sospeso. Con alcune possibilità, non solo ipotetiche. Vediamole.
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Scenario 1 – Il nuovo tribunale del Riesame di Firenze, cui la Cassazione ha rinviato il cerino acceso, si allinea con la Cassazione, si allinea con quest’ultima e considera la sospensione sbagliata, in quanto non c’era alcun pericolo di reiterazione eccetera. La vicenda non finisce così, perché rimane il rinvio a giudizio del GIP di Livorno nel merito (prima udienza a fine novembre). Ma Corsini, Provinciali e i manager, infangati da una sospensione ingiusta (o comunque non corretta) fino sentenza della Procura di Livorno vanno in qualche modo risarciti. Sul piano morale, ma anche su quello materiale. Da capire come.
Scenario 2 – Il nuovo tribunale del Riesame, che se l’è presa comoda per la comprensibile chiusura ferragostana dell’attività giudiziaria, accetta ovviamente le considerazioni della Cassazione ma salva capra e cavoli per i colleghi della prima sentenza, chiuse il capito sospensione anche per Provinciali e i manager, e passa la palla al GIP. Su Corsini e gli altri continua a esserci sospesa sul capo la spada di Damocle della Procura. E visti i tempi di queste vertenze complesse e con mille risvolti, c’è il caso che si arrivi addirittura alle scadenze degli incarichi senza una sentenza definitiva. Sentenza che – non dimentichiamolo – è anch’essa poi appellabile.
Scenario 3 – Interviene la politica, ovvero si sblocca la crisi e il nuovo governo da una mano agli imputati, chiarendo una volta per tutte le norme che regolano a livello di decreti le concessioni provvisorie delle banchine, in chiave di favorire la difesa dei traffici (e quindi il lavoro) piuttosto che appellarsi ai rigidi regolamenti. Regolamenti che ad oggi lasciano molti margini di incertezza. Potrebbe essere la soluzione più indolore, e nello stesso tempo più logica in un mondo di conflittualità concorrenziale tra armatori in uno stesso porto, tra porti in uno stesso versante del Paese, tra Paesi in un’unica Unione Europea. C’è da sperarci? Sugli altri possibili scenari, il confronto è aperto: C’è anche un possibile scenario 3, per non farci mancare niente: ed è quello di una sentenza definitiva della Pretura di Livorno, dopo tutto questo palleggio tra riesami e Cassazione, che condanni Corsini e Provinciali – o anche soltanto l’uno o l’altro. Dovrà passare tempo e come abbiamo scritto, tante volte questi tempi sono infiniti. Si ricomincerebbe dunque con un commissariamento? E in questo caso ritornerebbe quel gentiluomo capace e rispettoso dell’ammiraglio Verna? Il futuro, dicevano gli antichi, è nascosto nelle pieghe del mantello di Zeus. Ma per ora è bene fermarci qui. Ricordandoci la popolare saggezza del Trilussa: “Te posso d’ che l‘omo ammira l’aquila/ ma in fonno preferisce la gallina”. Capita l’antifona?
Antonio Fulvi
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