La cara Patria del diritto e del rovescio
LIVORNO – Contrariamente a quello che stabilisce la vulgata (“le sentenze si applicano, non si commentano”) mi arrogo il diritto di commentare quanto la Cassazione ha sentenziato sullo sciagurato “caso Livorno”.
Basta poco: la bacchettata al tribunale del Riesame, secondo quanto è stato possibile capire – non siamo ancora riusciti ad avere il dispositivo completo – sembra voler dire due cose: che anche i giudici sono umani e sbagliano a volte in maniera clamorosa, con devastanti conseguenze per chi finisce nelle loro mani; che i loro errori li pagano comunque i cittadini, perché se il “caso Livorno” dovesse finire come ipotizza la Cassazione, i risarcimenti (anche per i mancati emolumenti a Corsini e Provinciali) andrebbero a spese del pubblico erario e non di chi avrebbe sentenziato a capocchia.
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Come si dice nel servizio di apertura del giornale, siamo solo ad un altro passaggio di una storia che si prefigura come “neverending”. Il tritacarne continuerà a lungo. A conferma che forse qualche torto non l’hanno coloro che sostengono essere l’Italia la patria del diritto ma anche del rovescio.
Antonio Fulvi
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