Gli squali sull’alto Tirreno? Nuove catture, ma è normale
CAPRAIA ISOLA – Per i meno giovani, torna il fantasma dello squalo bianco che negli anni ‘90 fece a pezzi un sub lungo la costa sud del livornese. Ci furono polemiche infinite perché lo squalo, chiamato anche dagli anglofili “killer shark”, colpì e sparì per sempre. Ma di fatto gli squali, sia gli innocui nutrice, gattuccio o anche verdesca ma pure il pericoloso mako e lo squalo toro, sono di casa nel Mediterraneo. Un celebre pescatore che aveva anche una piccola industria di canne per la pesca d’altura, l’Italcanna, ovvero Carlo D’Olivo (l’Italcanna oggi è diventata un’azienda internazionale) aveva organizzato alla fine degli anni ‘90 anche delle gare di pesca allo squalo, che si svolgevano al largo della Gorgona e in quella depressione che tra gli appassionati aveva preso il nome di “fossa D’Olivo”.
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Meno frequenti dei delfini, gli squali nel Tirreno e nel mar Ligure sono una presenza costante, specialmente all’inizio dell’estate quando seguono la migrazione dei tonni che sfiora le coste italiane dalla Sicilia alla Liguria. In quel periodo sono stati avvistati anche alcuni esemplari di Orca (horcinus orca), un cetaceo particolarmente aggressivo che tuttavia non ha mai attaccato l’uomo. Morale: la paura degli squali indotta tra i bagnanti è eccessiva, specialmente lungo le nostre spiagge. E non è mai capitato – dopo il famoso agghiacciante episodio dello squalo bianco di Baratti – di un’aggressione mortale sulle nostre spiagge. Dicono gli esperti che è più facile essere uccisi da una vespa o da un calabrone – shock anafilattico – che da uno squalo. Ciò non toglie che se qualcuno ama fare il bagno da una barca al largo, specie in presenza di pescatori che hanno agganciato un pesce, è bene darsi intorno un’occhiata.
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