LIBRI RICEVUTI – “Simón Bolívar ed altri racconti” di Mario Vierucci
Mario Vierucci, scrittore che più d’una volta abbiamo ospitato in queste pagine, riesce sempre a sorprenderci. Questa volta con il suo ultimo lavoro, dedicato (ma solo in parte) al Libertador di quella che avrebbe voluto chiamare La grande Columbia e che invece diventò, suo malgrado, una costellazione di stati del sud America nemmeno troppo coesi.
Scrive con onestà il Vierucci che il suo romanzo su Simón Bolívar, il Libertador, è ispirato al celebre libro di Garcia Marquez “il generale nel suo labirinto”, e infatti ne riporta alcune tracce, perché la storia è storia e cambiarla sarebbe un peccato. Specie quando la storia è quella di Simon Jose Antonio de la Santissima Trinidad Bolivar y Aguirre, nobile intellettuale nato a Caracas, morto giovanissimo (nemmeno quarantenne) dopo essersi consumato letteralmente nel tentativo di strappare le colonie sudamericane al “gioco” della Spagna.
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Vierucci però è scrittore serio e non si è accontentato di piluccare nello splendido e amaro libro di Marquez. Dopo un viaggio in Sud America ha raccolto testimonianze scritte, dagherrotipi in parte inediti, per approfondire quello che ha sintetizzato in poche pagine come “pensiero bolivariano”. Ne è nato un ritratto di affetto e anche di calda ammirazione per quel sognatore che, da giovanissimo, affacciandosi a Roma da uno dei sette colli, giurò di rendere la sua patria libera e indipendente. Una delle tante promesse di questo genere rivelatasi utopia.
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Il libro di Vierucci contiene anche (“Altri racconti”) una tragicomica biografia del poeta e scrittore tedesco Eusebius Meyer, che dai grandi sogni di gloria finì in manicomio e poi quietamente morì in casa sua “abbracciato al cuscino”; ed anche un singolare racconto, “Dune” tutto sviluppato in versi, con la conclusione della tragica ma liberatoria fine del soldato Mattia, reduce dal macello di El Alamein, in un corpo a corpo con i repubblichini durante la guerra di liberazione. Chiudono altre poesie, compresa quella struggente dedicata alla moglie Maria dopo la sua scomparsa.
Antonio Fulvi
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