Dall’assemblea Fedepiloti sicurezza e competitività

Nella foto (da sx): Il ministro Toninelli e il presidente Bandiera.
ROMA – La 72a assemblea nazionale di Fedepiloti, che si è tenuta recentemente nella capitale ha visto la partecipazione dei due vertici del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il ministro Danilo Toninelli ed il viceministro Edoardo Rixi, ed ha raccolto intorno a sé il cluster marittimo per fare il punto su quello che è un servizio fondamentale per la sicurezza del lavoro nei porti; ed andare avanti con obiettivi ancora più chiari e condivisi. Un confronto questo, che la federazione dei piloti dei porti cerca ogni anno e di cui, in particolare in questa edizione, sentiva forte la necessità. Lo si è capito dalle prime, chiarissime parole del presidente Francesco Bandiera che hanno descritto il pilotaggio italiano “in seria e profonda difficoltà”. Due le questioni scottanti sul tavolo portate dalla relazione del presidente: la privatizzazione del servizio di pilotaggio ed il rinnovo delle tariffe.
Sulla privatizzazione del servizio di pilotaggio, ed in generale dei servizi tecnico nautici, inclusi anche quelli di ormeggio, il ministro Toninelli ha rassicurato il presidente e la platea escludendola in assoluto. “I servizi tecnico nautici permettono di lavorare con maggiore velocità e in sicurezza nei porti e devono essere aiutati”; e riferendosi all’autoproduzione, “È giusta la concorrenza fra armatori ma non si può prescindere dalla sicurezza – ha detto – l’Italia grazie al vostro lavoro primeggia nella sicurezza dei porti; dovete essere messi in grado di poter operare in serenità, il governo è con voi, appena potrà vi verrà incontro”.
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Ed in effetti nella relazione del presidente Bandiera, e nei suoi commenti a margine dell’assemblea, è stato posto l’accento sull’eccellenza del servizio, garantito 24h ogni giorno; grazie anche al quale l’analisi del 2017 del Sistema Assicurativo Internazionale ha certificato l’Italia come paese con la più bassa incidentalità dei suoi porti a livello mondiale. Un sistema quindi che, anche secondo il viceministro Rixi, funziona e deve essere regolamentato dal pubblico. E che inoltre, operando in un mercato in evoluzione, deve potersi conformare al futuro: “Per mantenere questi livelli di eccellenza – ha detto il viceministro Rixi – peraltro sempre più utili agli armatori dato il gigantismo navale che non si arresta e data la strategicità della sicurezza nei porti come garanzia dei traffici, non possiamo togliere risorse ai piloti del porto, ma al contrario, dobbiamo fornire loro aiuto. La sicurezza nei nostri scali è e resta preminente”.
“Siamo professionisti della sicurezza portuale e braccio tecnico della Guardia Costiera – ha evidenziato Francesco Bandiera – quello che ci interessa, oltre naturalmente a tutelare gli interessi dell’armatore (che rischia investendo capitali ingenti in navi sempre più grandi che si muovono in porti non più adeguati come dimensioni e con tempi sempre più compressi) è soprattutto l’interesse generale dello Stato con la salvaguardia della vita umana in mare, dei beni materiali ed ambientali, e non quello nostro privato di categoria. Una volta che la politica avrà capito questo, capirà che tutelando noi piloti tutela se stessa”. Sul ruolo dei piloti e dell’Amministrazione Marittima dalla quale dipendono ha parlato il comandante generale delle Capitanerie di porto ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino che ha ricordato il valore del quadro legislativo vigente in materia di sicurezza negli spazi marittimi e l’importanza di mantenerlo inalterato perché “Senza sicurezza non c’è sviluppo, e neanche civiltà”.
Da parte del presidente di Assarmatori, Stefano Messina, la conferma della volontà di giungere ad una politica condivisa da tutti grazie al delicato lavoro di un tavolo al MIT composto da forti competenze – che, in un quadro come quello attuale, sempre più competitivo – possa prevedere il diritto all’autoproduzione nel rispetto dei limiti oggettivi a piena garanzia delle esigenze di sicurezza. Ancora sulla dialettica tra competitività e sicurezza nel rispetto delle regole l’intervento del vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè che ha garantito l’appoggio a Fedepiloti nel suo percorso. La necessità che le corporazioni dei porti restino primario strumento di sicurezza nei porti del futuro nelle parole del vicepresidente di Assoporti e presidente della AdSP del Mar Adriatico Centrale Rodolfo Giampieri e la conferma della validità del modello attuale dei STN da parte del professor Sergio Maria Carbone, grande esperto di diritto marittimo internazionale e della navigazione con particolare riguardo alle tematiche portuali.
Sul tema del piano tariffario, recentemente definito, il presidente ha riferito che “purtroppo i criteri utilizzati per elaborarlo non permettono di procedere a quel riequilibrio finanziario necessario fra le corporazioni a livello nazionale – stante la differenza della capacità dei vari porti italiani, non tutti in grado di accogliere le grandi navi – atteso da anni in seguito alla condivisione delle parti e all’appoggio del MIT. Tutto ciò non dimenticando che i piloti italiani operano circa 1000 manovre all’anno contro la metà della media europea con un costo inferiore di un terzo; e che l’assistenza del pilotaggio via radio è aumentata al 48% degli interventi.
Il tutto è stato naturalmente analizzato anche sotto la lente del nuovo regolamento europeo 352/2017 sui servizi nautici entrato in vigore a fine marzo: dal lato dell’attuale impianto regolatore i piloti del porto rilevano la bontà delle discipline adottate che risultano in linea con le disposizioni europee ed in grado di accettare eventuali integrazioni – e così per quanto riguarda il piano tariffario in quanto regolato e trasparente, concertato costantemente con tutti i soggetti (rappresentanze degli utenti e AdSP) che hanno prodotto il cammino dell’evoluzione tariffaria oggi in vigore.
Nell’assemblea è stata anche evidenziata la criticità della questione dell’età dell’accesso ai concorsi pubblici dei piloti emersa a fine anno con le conclusioni del CGA di Palermo e l’importanza di mantenere il limite di età in ragione della specificità del settore e per la sicurezza pubblica con l’auspicio che questo limite venga indicato per via amministrativa con le stesse logiche utilizzate per i concorsi di ruoli relativi alla sicurezza quali le forze di polizia ed altri.
Dall’assemblea nazionale Fedepiloti, pur nella diversità delle angolazioni, i punti emersi e riconosciuti vanno dalla specificità del ruolo dei piloti a garanzia della sicurezza e degli interessi di tutti e del loro grado di professionalità pur nelle crescenti difficoltà derivanti dal numero degli interventi e dal gigantismo navale. D’altra parte, nell’eterna dialettica dei ruoli, le spinte crescenti dal privato in favore del diritto all’autoproduzione. Dietro le giuste motivazioni portate emerge il quadro del difficile momento economico che coinvolge ed accomuna l’insieme delle parti interessate e l’importanza della sinergia tra loro per traguardarlo insieme creando un sistema portuale forte e competitivo che sappia affrontare le nuove sfide che verranno con la via della Seta sfruttandone fattivamente le opportunità.
Cinzia Garofoli
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