Osservatori meteo storici sui cambiamenti climatici
ROMA – Si è svolto ieri, venerdì 22 presso la sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) di via del Collegio Romano 27, nella Sala Spadolini il workshop “Gli osservatori meteorologici storici: dal recupero all’uso dei dati per gli studi sul cambiamento climatico”, organizzato dall’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (AISAM), in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) e con il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.[hidepost]
Il riconoscimento di stazioni centenarie che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha deliberato, nel 2018, per sei osservatori italiani (Moncalieri, Urbino, Pesaro, Firenze, Roma Collegio Romano e Vigna di Valle), quasi tutti afferenti alla rete storica del CREA, ha offerto lo spunto per trattare da vicino una questione di grande rilevanza per la comunità scientifica internazionale: il valore e il significato dei dati meteorologici del passato. Essi hanno un interesse scientifico notevole, in quanto costituiscono la base informativa certa da cui partire per studiare e comprendere i mutamenti climatici in atto. Ne sono un’innegabile evidenza gli interessanti risultati di ricerche che hanno attinto i dati direttamente dagli archivi delle “stazioni centenarie”.
Il Workshop, che si è tenuto a latere delle celebrazioni della 69° Giornata Meteorologica Mondiale, ha avuto il chiaro intento di porre in evidenza l’importanza scientifica di tale patrimonio storico e, dunque, di sottolineare il dovere imprescindibile delle istituzioni meteorologiche italiane di garantire la continuità delle osservazioni e di tutelare e valorizzare i dati meteorologici del passato, per renderli fruibili all’intera collettività.
Alle 18 al termine dei lavori si è svolta una Visita alla Biblioteca Storica Nazionale della Meteorologia Italiana.
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