Darsena Nuova di Livorno parte guerra alle barchette

Nella foto: Le barchette dei piccoli circoli della Darsena Nuova.
LIVORNO – Quando la coperta è troppo corta, chi rimane fuori ovviamente non è contento. Quando poi non si prospettano soluzioni alternative credibili, ne nascono proteste destinate a creare nuovi problemi. È il caso del popolo delle barchette della Darsena Nuova del porto labronico: si sa da tempo, che la Darsena è destinata ad accogliere le barche grandi e piccole dei circoli del porto mediceo, dove finalmente stanno per partire i lavori del famoso “Marina” compreso negli “accordi di Roma” che salvarono il cantiere fratelli Orlando assegnandolo alla Benetti. Il “Marina”, dopo anni ed anni, sta partendo: e le barche del Mediceo, oggi davanti alle banchine che saranno sottoposte a importanti lavori, dovranno traslocale.
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La soluzione ideata, dopo le altre proposte risultate inattuabili (come il trasferimento alla banchina 75, destinata invece alle crociere ancora per qualche anno) è quella di spostarle in Darsena Nuova su pontili galleggianti. L’Autorità di sistema con una nota inviata dal segretario generale Provinciali (poco prima di essere sospeso dalla magistratura) ha chiesto ai circoli della Darsena di farsi da parte, dando loro 15 giorni per eventuali controdeduzioni. Ma ne sono nati due sotto-problemi. Il primo: dove andranno le tante barchette – in genere gozzi o scafetti di pensionati – che oggi stanno in quella Darsena? Il secondo: ammesso che possano rimanerci, sono già stati indicati costi che per un gozzetto di meno di 6 metri si aggirano intorno ai 3 mila euro all’anno e crescono con le dimensioni in progressione geometrica. Per i tanti pensionati del popolo delle barchette, un vero e proprio salasso.
Ne sta nascendo una ribellione, che si affianca alle resistenze già da parte sua messe in atto dallo Yacht Club Livorno con un’assemblea straordinaria di questi giorni. In Darsena Nuova ci sono tre circoli, uno dei quali ha anche il compito storico di organizzare il palio remiero più antico della costa (risale al 1770!) che ovviamente sarebbe cancellato. Come prima mossa i circoli si sono consorziati e stanno affidando a un collegio legale la loro difesa. Insomma, siamo alle solite: la soluzione definitiva del grande approdo della Bellana, in ballo da anni, è ancora di là da venire, ma il “Marina” della Porta a mare è ormai in dirittura d’arrivo. Cercasi dunque soluzioni non traumatiche. Sarà possibile?
A.F.
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