Livorno ex porto dei miracoli?
LIVORNO – Partiamo pure da un principio da sempre ribadito: le sentenze si applicano e non si discutono. Vale anche per la sentenza della Procura di Livorno che ha accolto la richiesta del giudice per escludere dagli incarichi pubblici – durata un anno – il presidente dell’AdSP Stefano Corsini e il suo segretario generale Massimo Provinciali. Di fatto, l’Autorità di sistema portuale del Tirreno settentrionale è stata decapitata. Anche l’annunciato ricorso al tribunale del riesame richiede tempi lunghi, da 30 a 60 giorni per la sentenza, non risolverà niente nell’immediato. E così il commissario governativo che a ieri ancora non c’era: preceduto da voci discordi sulle scelte tra Toninelli e Rixi.
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Vuotato l’amaro calice di un commissariamento che certo non fa bene al porto, qualche considerazione tuttavia fa parte, non a commento della sentenza – non ne abbiamo il titolo – ma di una realtà che qualche problema lo evidenzia. In sintesi: il testo della sentenza stessa configura responsabilità pesanti per i vertici dell’Authority (“Una torsione della disciplina sulle aree demaniali portuali a favore di un operatore”) e coinvolge anche altri operatori portuali oltre a quello direttamente favorito, sempre nell’ambito di uno stesso “disegno”. Ma non si chiede, o almeno ancora non sembra essersi chiesto, come e perché non hanno operato i tanti controlli, sia locali che centrali, sulle scelte della AdSP. Le cose sono due, almeno a prima vista: o i vertici dell’AdSP livornese hanno operato con l’assenso dei livelli di controllo del MIT – e in questo caso bisognerà capire come intende muoversi la Procura – oppure esistono discrezionalità tali nella legge che regola i porti da costituire un “vulnus”, ovvero un pericolo che come una spada di Damocle pende sulla testa di tutti i presidenti. Considerazioni sbagliate, troppo elementari? Può darsi. Ma una riflessione la meritano. Come l’interrogativo su come potranno sopravvivere, oggi, le tante grandi iniziative in corso a Livorno, e tutte con scadenza ravvicinata. Il porto dei miracoli sta cominciando a perdere colpi?
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Bisogna anche aggiungere che piove sul bagnato. È di ieri la notizia che il terminalista LTM ha vinto una causa civile contro l’AdSP che comporterà a palazzo Rosciano un bel salasso di 1,4 milioni di euro. In pratica, il magistrato ha riconosciuto all’LTM il rimborso di una serie di canoni demaniali imposti ma non dovuti. Siamo solo al primo grado di giudizio e visto che il nostro è il Paese dei ricorsi, bisogna aspettare. Ma il segnale non è lo stesso minimale. E anche in questo caso, chi vigilava? E chi controllava o doveva controllare i controllori?
Antonio Fulvi
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