Le prospettive del Mediterraneo tra Canale di Suez e Via della Seta

Pietro Spirito
NAPOLI – Il raddoppio del Canale di Suez, aumentando la capacità di trasporto, ha certamente migliorato la competitività del Mediterraneo rispetto alla circumnavigazione del continente africano per il Nord Europa. La rinnovata centralità del Mediterraneo nel sistema marittimo internazionale è stata al centro del convegno “Le prospettive marittime del Mediterraneo, tra Canale di Suez e Via della Seta”, che si è tenuto al centro congressi del Terminal Napoli.
L’evento, organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale in collaborazione con SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, ha affrontato gli effetti che questa crescita dei traffici può comportare per i porti del Sud Italia. Per offrire un contributo di analisi alla discussione, è stato presentato il recente studio di SRM e AlexBank su “L’impatto del nuovo Canale di Suez sui traffici e sulla competitività del Mediterraneo”, con una relazione tenuta da Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy di SRM.
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“Ci troviamo di fronte ad una profonda riorganizzazione dei traffici marittimi internazionali, i cui esiti non sono affatto scontati. Il Mediterraneo può in questa fase contare su una finestra di opportunità competitiva, ma deve essere in grado di consolidarla nel tempo. Serve una strategia, innanzitutto europea, per consolidare le connessioni interne al bacino del Mediterraneo, tra la sponda nord e la sponda sud. Ma è necessario anche che i porti meridionali del nostro Paese siano adeguatamente dotati di infrastrutture moderne, coerenti con le caratteristiche richieste dal mercato”. A dichiararlo è stato Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, che – in occasione del convegno – ha presentato il suo libro “Il futuro del sistema portuale meridionale tra Mediterraneo e Via della Seta” (Ed. Rubbettino), nel quale traccia una mappa geopolitica delle grandi trasformazioni per effetto del disegno logistico cinese; un progetto che sta imprimendo una forte impronta alla relazioni politiche, commerciali e marittime del nostro tempo.
“Le nostre analisi mettono in risalto come il raddoppio del Canale di Suez abbia contribuito in modo importante ad aumentare la centralità del Mediterraneo nell’ambito del commercio mondiale. Le percentuali di crescita a doppia cifra sono dimostrazione che gli armatori privilegiano sempre di più questa rotta nei traffici verso medio ed estremo oriente e che il Canale assolverà a grande snodo della Belt & Road Initiative della Cina. L’aumento dell’indice di competitività marittima di circa 10 punti che ha fatto registrare l’Egitto negli ultimi 3 anni – ha detto Massimo Deandreis direttore generale di SRM – è inoltre un altro esempio lampante che la realizzazione di infrastrutture, in sinergia con un grande progetto industriale, quale è la free zone, può essere un grande generatore di economia”. Deandreis ha preso parte al confronto sui rischi e le opportunità del sistema portuale del Mezzogiorno insieme a Graziano Delrio, deputato Pd e già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo Economico e Adriano Giannola, presidente SVIMEZ.
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