Incognita auto allo sbarco
LIVORNO – Non chiediamoci per chi suona la campana: perché se il porto livornese comincia a preoccuparsi sulla caduta verticale del mercato dell’auto in Italia, anche altri scali che sul business dello sbarco delle vetture stavano crescendo – sia nel Tirreno che in Adriatico – hanno rizzato le orecchie. E si continua a monitorare il mercato alla ricerca di indicazioni del prossimo futuro.
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Al momento gli sbarchi di auto nuove sono ancora forti e i piazzali di smistamento nei porti sono pieni di vetture provenienti delle fabbriche del Far East ma anche da quelle europee dell’Est, con particolare flusso dalle fabbriche-cacciavite turche cui la stessa FCA ha affidato parte della produzione Fiat. Le grandi car-carry del gruppo Grimaldi sbarcano migliaia di vetture alla volta sia a Livorno che a Civitavecchia, gli auto-porti lavorano a buon ritmo per distribuire, sui treni-blocco e sulle bisarche, le vetture verso i vari mercati. Dove però “il cavallo non beve” salvo alcune eccezioni di nicchia: probabilmente per il clima di generale incertezza sull’economia non solo italiana, e in attesa che gli assetti politici europei si chiariscano.
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