L’audizione di Confetra in Senato
ROMA – Un incontro a largo raggio, che secondo qualcuno ha affrontato anche temi squisitamente politicizzati come il reddito di cittadinanza, quello di Confetra (Confederazione generale italiana dei Trasporti e della Logistica) in audizione alla commissione lavoro del Senato.
“Come giustamente affermato dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco – ha sottolineato Confetra – non si può non essere favorevoli all’introduzione di una misura strutturale di contrasto alla povertà assoluta che è già presente in varie forme in quasi tutti i paesi europei. “Proprio su questo aspetto – ha commentato il presidente di Confetra Nereo Marcucci – valutiamo che si giochi la scommessa del successo o meno del nuovo istituto che presuppone pertanto grande rigore nell’organizzazione dell’intera filiera volta a favorire il reinserimento lavorativo di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Molto dipenderà in particolare dalla capacità operativa dei Centri per l’impiego anche se la situazione non è incoraggiante: secondo l’Istat infatti in Italia solo il 2,5% dei giovani tra i 25 e i 34 anni trova lavoro attraverso i Centri per l’impiego.
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“Da ultimo – aggiunge Confetra – non si può non sottolineare come, anche realizzando il miglior modello possibile, non ci potrà essere creazione di nuovi posti di lavoro senza crescita economica e una politica capace di rendere il Paese più attrattivo per gli investimenti attraverso la riduzione della pressione fiscale su impresa e lavoro e una robusta sburocratizzazione”.
Poche osservazioni da Confetra sulle disposizioni del decreto legge in materia di pensioni. In particolare per quanto riguarda Quota 100, secondo Confetra sarebbe opportuno, al fine di favorire il ricorso alla misura e renderla più incisiva, apportare due correzioni. La prima consiste nella rimozione del divieto di cumulo con redditi di lavoro dipendente o autonomo. La seconda consiste nell’elevazione della soglia di età per usufruire del riscatto laurea agevolato che dovrebbe interessare non già soggetti giovani (under 45 anni come previsto attualmente) bensì soggetti anagraficamente vicini (ad esempio over 55) alla maturazione dei requisiti per quota 100. Infine il funzionamento di quota 100 non può in alcun modo coinvolgere i Fondi di formazione interprofessionale che finanziano la formazione continua con reciproca soddisfazione di aziende e lavoratori.
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