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Daniele Testi: competitività nella logistica

Daniele Testi

MILANO – Fra i relatori della sessione istituzionale dell’evento milanese Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry – di cui riportiamo la chiusura in questo stesso numero – l’ingegner Daniele Testi, direttore marketing e comunicazione di Contship Italia ha svolto uno dei più significativi interventi. In occasione dei 50 anni dalla sua costituzione – ha riferito – il Gruppo Contship ha realizzato uno studio sul ruolo attuale dei porti, dei centri intermodali e dei trasporti intermodali in funzione della competitività che le merci e la manifattura italiana devono avere; e su quanto i corridoi della logistica stiano, o meno, contribuendo al raggiungimento di quella competitività. Da qui l’idea dello studio “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” in partnership con SRM, cui hanno partecipato 400 imprese dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia.

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Dallo studio emerge chi traina i settori industriali italiani: sono aziende che per crescita negli ultimi 7-8 anni hanno ottenuto importanti risultati in termini di profittabilità, espansione di mercato, fatturato, profitto, investimenti e persone, che hanno una capacità di innovare il prodotto abbastanza elevata; e hanno colto l’opportunità della digitalizzazione, hanno aperto i mercati, hanno iniziato ad avere una propensione al trasporto più alta della media nazionale. Le aziende che hanno collaborato allo studio operano in vari settori, con prevalenza nel metalmeccanico.

Da questi dati 2018 si evince – ha riferito Testi – che la concentrazione dei gateway italiani porta ad una movimentazione di merci containerizzate all’84% nei porti dell’alto Tirreno e dell’Alto Adriatico. L’84% del totale dei volumi dunque – trasbordo escluso – passa soltanto da questi porti che sono a servizio dei distretti presi a campione. Due nuovi paradigmi stanno modificando la visione di queste imprese: per competere non ottimizzano più i processi interni, sempre più devono ottimizzare in supply chain. Si parla dunque di catena del valore ed i logistici – ha riferito Testi – sono gli attori che cercano di abilitare i processi all’interno di questa catena, diventando protagonisti della competitività. D’altra parte c’è il grande tema della digitalizzazione: industry 4.0 è il cambio di paradigma che porta a connettere sistemi fisici con sistemi digitali. Ed il sistema del corridoio logistico è quanto di più fisico possa esistere. Ottenere efficienza/economia in questo segmento è fondamentale per non vanificare alcuni dei vantaggi conquistati nel processo interno all’impresa.

Contship negli anni ha cercato di integrare l’offerta port to door investendo sui porti e sui centri intermodali ed oggi rappresenta un sistema che vuole dare ai porti italiani una nuova chance: entrare su sistemi logistici in aree di mercato nuove ed estese. Come in Svizzera: fino a 3-4 anni fa dai porti liguri non si muovevano contenitori verso la Svizzera mentre nel 2018 grazie al Gruppo ne sono giunti 20.000. 

Per elaborare lo studio sono state scelte tre regioni che insieme cubano il 40% del PIL dell’Italia e più del 52% dell’interscambio commerciale, e si è deciso di puntare su un nuovo indice: il QLI – Quality Logistics Italian Index, composto da 10 variabili che vanno a monitorare infrastrutture, servizi, costi e sostenibilità, che annualmente verranno aggiornate. Alle imprese campione si è chiesto di esprimere un grado di soddisfazione e di importanza da 1 a 10. Il primo risultato è abbastanza soddisfacente: oggi quelle 400 imprese manifatturiere assegnano nella scala dell’indice medio di gradimento il punteggio 7,38 che, confrontato con l’importanza media data alle variabili (8,79) evidenzia dunque un gap che va colmato e sul quale lavorare.

Riguardo alle infrastrutture – registra Testi – si abbassa il livello di soddisfazione: vengono ritenute di dimensioni insufficienti e collocate spesso in punti non idonei a causa di logiche spesso più legate al real estate che alle necessità delle merci.  In ultimo la sostenibilità, tema nel quale Daniele Testi ha un ruolo importante essendo il presidente di SOS LOG, l’associazione che promuove la sostenibilità nella logistica. Dallo studio emerge una flessione della soddisfazione ma anche dell’indice di importanza, spiegato con una consapevolezza ancora insufficiente per spingere gli investimenti. “Probabilmente inizieremo a vedere dei risultati quando saranno interpellati i consumatori finali – ha detto Testi nella presentazione dello studio – ma soprattutto quando si comincerà a comprendere che oltre al valore delle merci che costituiscono quel prodotto c’è anche il valore del rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo; questo farà apprezzare ancora meglio il contributo della logistica che a quel punto non dovrà solo discutere in termini economici ma potrà puntare anche sul tema del valore.

Testi ha spiegato che il meccanismo di soddisfazione ed importanza potrà essere messo insieme per individuare all’interno di questi corridoi logistici i punti di forza o di debolezza che possono richiedere degli interventi prioritari. Da questa prima analisi si evince che le imprese già chiedono di agire sui costi, sull’efficacia per il trasporto che si traduce in treni più lunghi, più pesanti, regole più certe nell’ambito dell’autotrasporto. I costi del servizio portuale restano un problema e ciò si evidenzia in questo studio che non si limita a fare una semplice fotografia ma intende ampliare il raggio di azione coinvolgendo un numero più ampio di imprese. Nei prossimi mesi infatti, con le stesse imprese e con quelle che si aggiungeranno, sono in programma dei focus che potranno entrare più nel dettaglio e spiegare dove la soddisfazione può essere migliorata; tutto questo con l’idea che un Gruppo come Consthip Italia, dopo 50 anni nel territorio, possa portare il suo contributo anche ad un dibattito sull’efficacia di questo settore.

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Pubblicato il
6 Febbraio 2019

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