Opzioni Cina: Belt & Road e non solo

Francesco Ruffini
Dal dottor Francesco Ruffini, già segretario generale della Port Authority livornese, riceviamo.
LIVORNO – Nell’ultimo numero del bel magazine on line dell’AdSP “PortNews” diretto da Marco Casale, viene dato ampio risalto all’incontro nei giorni scorsi avvenuto a Palazzo Rosciano tra il presidente Corsini, il sindaco Nogarin e il console della Repubblica Popolare Cinese a Firenze Wan Fuguo. L’incontro, organizzato dal console onorario di Grecia Elena Konstantinos, si proponeva di esaminare la possibilità di effettuare un collegamento feeder tra Livorno ed il grande terminal contenitori del Pireo, testa di ponte dell’espansonismo commerciale cinese in Mediterraneo, attualmente gestito dalla China Shipping Companny-COSCO. La riunione si è conclusa con il rinvio per gli aspetti di attuazione ad un nuovo, prossimo incontro direttamente al Pireo.
[hidepost]
COSCO, uno dei maggiori raggruppamenti armatoriali del mondo, con una flotta di 800 navi per complessivi 56 milioni di tonnellate, è stata fino a qualche anno fa cliente abituale del nostro porto, avendo come agenzia raccomandataria la Soc. Argosy di Antonio Chiesa che tuttora mantiene utili rapporti con la direzione generale di Genova della stessa compagnia.
Occorre anche ricordare che, in passato, l’allora Autorità Portuale aveva fatto parte, sotto l’egida della Regione Toscana, di una delegazione di operatori economici in visita a Dailan, Pechino, Shanghai, Nanchino – in tale occasione assumendo i primi contatti con la portualità e l’armamento cinesi.
Nello stesso numero di PortNews è anche pubblicato un interessante articolo del professor Fabio Massimo Parenti che segnala come nel recente Forum di cooperazione Africa-Cina, Pechino si sia impegnata a contribuire allo sviluppo dell’Africa – anch’essa inserita nella Belt & Road Initiative – con una previsione di spesa di 60 miliardi di dollari tra prestiti e investimenti in infrastrutture.
Già adesso i cinesi – oltre all’acquisto di terreni estesi per intere regioni – stanno ricostruendo in Kenya la ferrovia Mombasa-Nairobi, superando le non poche difficoltà relative al forte dislivello (1791 mt) tra i due estremi. A sua volta il Governo kenyota, per agevolare gli scambi con il suo principale partner commerciale, ha imposto l’obbligo dell’apprendimento del cinese a tutti gli studenti di età superiore ai 10 anni.
È stato infatti sottolineato (v. Convegno “China Change – il Dragone nel Mediterraneo” – Milano 7.12.2018) quanto diventi importante comprendere a fondo le usanze e la mentalità degli imprenditori cinesi per avere successo nella conclusione di rapporti d’affari con il paese del Dragone. In tale prospettiva, sarebbe auspicabile una collaborazione delle nostre Istituzioni con il Centro Confucio di Pisa che, unitamente alla Scuola Superiore Sant’Anna e all’Università di Changquing, si propone la diffusione della lingua e della cultura cinese nel territorio.
Per tornare alla BRI e alla penetrazione in Mediterraneo dell’economia cinese, è opportuno ricordare l’investimento di quasi 200 milioni di euro a Vado Ligure per l’acquisizione del 49,9% tra Cosco e Quingdao delle quote della piattaforma Maersk (v. questo Giornale 22.12.2018).
Parrebbe dunque proponibile un intervento cinese anche per la costruzione della futura Darsena Europa, in particolar modo ricordando l’imponente intervento infrastrutturale realizzato per il porto di Shanghai, con la realizzazione nel Mar Cinese Meridionale di opere foranee per una lunghezza superiore ai 30 km.
Francesco Ruffini
[/hidepost]