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Consolidamenti, attese e possibili sorprese

LIVORNO – Con la fine del 2018 sembra esaurita la rincorsa dell’Italia sulla Spagna nel rifornimento del gas naturale liquido per i camion. Anzi, con 38 stazioni di servizio attive al 31 dicembre, recensite da REF-E, il nostro Paese si pone al primo posto nel continente, compresa la Russia europea. E questo traguardo riguarda solo metà Paese; sotto Roma gli impianti sono due! Siamo anche all’assurdo di una nave traghetto – la Elio di Caronte e Tourist – costretta ad inquinare lo Stretto di Messina perché non c’è modo di rifornirsi di GNL.

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Guardando agli impianti già in costruzione e a quelli in progetto questo primato dovrebbe consolidarsi nell’anno in corso, favorito dalla decisione finale di investimento del deposito costiero Edison-Pir di Ravenna, che potrà rifornire con facilità la fascia costiera adriatica. E mentre nel Tirreno può pesare per tutti gli usi del GNL la presenza di fornitori alternativi come Marsiglia e Barcellona, presto anche per i rifornimenti marittimi, nell’Adriatico al momento non si vede concorrenza. Da sottolineare che anche a Livorno è in corso d’opera la pratica per una stazione costiera di GNL sia per uso terrestre che navale in porto.

Più in generale, il ritardo nella realizzazione dei depositi costieri sta portando allo sviluppo di tecnologie di mini e micro liquefazione, con la possibilità che il loro sviluppo e le economie di scala ne rendano confrontabile il costo con quello del rifornimento dai grandi liquefatori. A spingere questa tendenza anche l’opportunità rappresentata dal bioGNL, con impatto ambientale zero. Quest’ultimo, se miscelato con il convenzionale, può rendere il GNL compatibile con i limiti alle emissioni climalteranti previste in certi settori al 2030 ed in altri, come nel marittimo, al 2050.

A tale aspettativa – numerosi ormai i progetti in tal senso non solo in Italia – può sommarsi la “sorpresa” della diffusione delle tecnologie “power to LNG”, la produzione di gas naturale sintetico vista come alternativa alle batterie chimiche e ad altri sistemi di stoccaggio dell’energia (a fronte degli eccessi produttivi stagionali e giornalieri delle fonti rinnovabili elettriche).

Un forte impegno in questi nuovi terreni caratterizza l’operatore nazionale italiano di gasdotti e stoccaggi geologici SNAM, che senza comprimere i piccoli e medi produttori indipendenti, portatori di innovazione e concorrenza, può diventare un leader europeo e mondiale, risolvendo il problema del rifornimento massivo di GNL soprattutto al Sud. E Sud vuol dire Canale di Sicilia, dove nonostante gli alti e bassi dei commerci mondiali il traffico marittimo continua a crescere.

Ma un po’ tutto il mondo tradizionale della distribuzione del gas naturale, di fronte al previsto calo dei consumi dovuti alla maggiore efficienza energetica e altre soluzioni tecnologiche come le pompe di calore, le piastre elettriche e l’informatizzazione che traina l’elettrificazione, guarda con interesse all’uso del GNL nei trasporti e altri usi, anche con la liquefazione da gasdotto, associato al bioGNL.

Di grande interesse per il prossimo anno i quadri programmatici internazionali e nazionali. Manca ormai meno di un anno all’entrata in vigore del limite dello 0,5% di tenore di zolfo nei combustibili marittimi, che riguarderà tutti i mari nel mondo, non solo pochi di essi o le 12 miglia delle fasce costiere. Certamente le prime scelte degli armatori sono i filtri ai camini e il gasolio 0,5 e solo per alcune nuove grandi navi il GNL.

Gli investimenti per il passaggio al GNL marittimo sono certamente alti ma la tendenza alla progressiva sostituzione dei derivati petroliferi con il GNL nei trasporti pesanti e marittimi è ormai assodata ed è stata ribadita anche nel recente G20, così come negli ultimi provvedimenti europei sui limiti alle emissioni inquinanti, non solo a quelle climalteranti.

Nello stesso senso anche il recentissimo Piano italiano Energia e Clima, inviato a Bruxelles come obbligo per tutti i Paesi europei, e di cui daremo conto ai nostri lettori nei prossimi giorni, che nell’arco di un anno dovrà poi confluire nel grande piano Energia e Clima europeo. L’Italia dovrà adesso impegnarsi a Bruxelles per uno sviluppo continentale coerente e condiviso, com’è suo interesse nazionale.

Ma su tutto questo e molto altro – come l’uso del GNL nel trasporto ferroviario, spaziale, nella metanizzazione delle aree isolate come la Sardegna, i Balcani, il Nord Africa – avremo modo di fare il punto e analizzare le prospettive per gli anni ’20 del secolo nella quinta Conferenza Internazionale e terzo ExpoGNL del 15 e 16 maggio di quest’anno a Napoli.

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Pubblicato il
19 Gennaio 2019

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