Gru che vanno, gru che vengono
LIVORNO – È proprio il caso di dirlo: gru che vengono, gru che vanno. Il porto ha vissuto a cavallo della fine dell’anno due episodi entrambi significativi: l’arrivo della più grande semovente d’Europa al terminal Lorenzini, festeggiata da Enio , dai suoi ospiti e dai suoi dirigenti con un brindisi augurale per il potenziamento della struttura che macina successi; e invece la progressiva demolizione della prima delle due gru De Nicola ormai pericolanti sulle banchine del bacino di carenaggio. Nelle due foto che abbiamo abbinato in questa pagina i momenti-simbolo dei due eventi.
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La gru per il Lorenzini è una gigantesca semovente modello G-Hmk 8412-64 nella versione HT prodotta dalla Konecranes Gottward. La più grande e potente del genere, con un impressionate treno di gomme giganti per muoversi, il braccio di 64 metri su un corpo principale di 58, cabina dell’operatore a 43 metri d’altezza per avere la più ampia visuale. È un investimento – ha fatto sapere il terminal – di 4 milioni di euro. Attualmente è in fase di montaggio finale degli accessori e di collaudo. In pratica opererà già dalla prossima settimana, rispondendo alle esigenze delle grandi navi della MSC – azionista dello stesso Lorenzini – ma con una flessibilità tale da poter lavorare anche con benna per carichi eccezionali (project cargo) ed altro. L’impegno della Lorenzini, in forte crescendo, sta dando risultati più che soddisfacenti tanto che nel consuntivo dei traffici del 2018 si conferma una delle realtà in maggior incremento, sia nei contenitori che nelle merci varie.
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L’altro intervento sulle gru, la demolizione del relitto della prima delle De Nicola sul bacino, risponde anch’esso a una necessità di razionalizzare il porto e di utilizzare tutte le banchine disponibili. La storia di queste gru – sono tre, rispettivamente sulle banchine 65, 67 e 68, a cavallo del grande bacino di carenaggio – è abbastanza amara: hanno lavorato poco, anzi pochissimo, e sono andate via via fuori uso insieme al bacino stesso, fino a diventare pericolosi relitti. Tanto che ultimamente la banchina 75, quella sul lato verso terra del bacinone di carenaggio, era stata chiusa all’accosto delle navi proprio per il timore che venissero giù pezzi della gru. Dopo anni di abbandono, la gru è stata finalmente demolita con urgenza grazie anche alle pressioni dell’ammiraglio Tarzia comandante della Capitaneria per potervi ormeggiare il ghiga-yacht della Benetti recentemente varato e alla ricerca di un accosto per i lavori di completamento. Alla ricerca di accosti anche per i prossimi due giga-Benetti, che scenderanno in mare tra la fine di questo mese e il prossimo – si sta studiando anche il ripescaggio della barca – porta del bacino, affondata un paio d’anni fa; in modo da poter utilizzare la grande vasca come ormeggio per i prossimi mega-Benetti in attesa dell’esito della gara per la gestione definitiva dei bacini.
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