I porti del sud-est diventano il motore della piattaforma logistica più innovativa

Zeno D’Agostino
ROMA – Da Istambul a Singapore, da Dubai a Berlino e a Shanghai, il “sistema” dei porti dell’Adriatico sta macinando impegni e proponendo soluzioni. Sul concreto, molto sul concreto. E specialmente, visti i ritardi del governo centrale – impegnato allo spasimo nella kermesse della “manovra” – ha imboccato la strada della valorizzazione della logistica del sud-est facendo perno anche su Assoporti e sul presidente D’Agostino, che dal suo osservatorio di Trieste vede molto bene il “grande Adriatico”.
Non sottovalutando quanto la sponda est del mare sta realizzando sia in campo portuale che per i grandi collegamenti infrastrutturali e logistici, a partire dai (pur contestati) piani ferroviari che potrebbero creare una pesante concorrenza almeno con Trieste e Venezia. Pragmaticamente, sia D’Agostino sia il “sistema” dei sistemi portuali italiani dell’Adriatico hanno aperto anche ai porti dell’altra sponda. Il dialogo è in corso.
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L’impressione di questi ultimi giorni dell’anno è che il sud-est abbia assunto il compito di rappresentare il dinamismo della portualità italiana in particolare verso il Far-East. Non per niente nel dibattito a inizio dicembre a Bari, sui porti del Mezzogiorno, i sottosegretari Rixi per le infrastrutture e Cioffi per lo sviluppo economico hanno preso impegni concreti sia sulle ZES – altro tema di questo nostro numero di fine anno – sia sullo sviluppo della logistica per il Meridione d’Italia. Significativo un altro tema che proprio nelle scorse settimane è stato sviluppato in tutti i porti della costa orientale italiana: quello dello sviluppo industriale, basato in particolare sulla new economy che proprio nelle aree in questione sta facendo crescere una Silicon Valley all’italiana. E i collegamenti già raggiunti con uno dei principali nodi italiani della logistica, l’interporto di Bologna, fanno intravedere con il “Mercitalia Fast” una delle più grandi piattaforme ferroviarie d’Europa. Non sono sogni, sono realtà presentate anche a Istambul poco più di un mese fa, e da allora già cresciute sul concreto. Quando di concretezza e di tempi rapidi questo nostro Paese ha disperatamente bisogno.
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