Carrara mette all’asta i suoi blocchi di marmo
CARRARA – Chi ha detto che il marmo è una pietra fredda? Non lo è di certo se ogni blocco di marmo potrà contribuire a una buona causa e ad alleviare sofferenze. Questo lo spirito che ispira l’asta dei blocchi di marmo di Carrara, un evento unico al mondo per le sue caratteristiche e per i “pezzi” battuti, che le aziende del marmo, in gran parte proprietari di cave, hanno organizzato venerdì scorso a Carrara. I battitori dell’asta hanno offerto ai compratori qualcosa come 600 tonnellate di marmo: 26 blocchi giganteschi di un peso medio compreso fra le 20 e le 26 tonnellate, che – come già accaduto in occasione della prima asta di questo tipo, attuata in modo sperimentale l’anno scorso – saranno in gran parte ricomprati dagli stessi proprietari delle cave delle Apuane, con lo scopo immediato di finanziare opere e interventi di beneficienza a favore in particolare di centri sanitari e ospedalieri di eccellenza che insistono sul territorio della provincia di Massa e Carrara.
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A promuovere questa raccolta straordinaria di fondi che saranno ricavati dalla vendita dei blocchi di marmo delle cave di Carrara ma anche dalle opere, oggetti e complementi di arredo realizzati con il marmo, è stata la Fondazione Marmo, una ONLUS che è stata costituita per ribadire il fortissimo legame che esiste fra questo prodotto di eccellenza, il territorio e le comunità locali.
I fondi raccolti saranno infatti utilizzati per rispondere alle numerose richieste di aiuto di associazioni no profit, Enti, istituti scolastici e aziende socio-sanitarie presenti nel territorio.
Anche se i contenuti e le caratteristiche dell’asta rappresentano un unicum, il modus operandi è stato quello tipico di un’asta che mira a far salire le quotazioni e che si è posto come obiettivo prioritario quello di massimizzare il risultato e instaurare sul territorio un forte presidio in grado di attestare costantemente un rapporto virtuoso di collaborazione, comprensione e condivisione fra la filiera economica più importante, per appunto quella del marmo, e le esigenze sociali della comunità.
Imprese del marmo, laboratori di scultura, cave e artisti hanno messo a disposizione blocchi marmorei, oggetti di marmo, sculture, complementi di arredo, lampade, vasi e bottiglie di vino stanno lavorando da settimane a questo evento che si terrà nell’edificio industriale della Marmi Carrara, appena restaurato. L’asta, preceduta dall’esposizione dei blocchi e degli oggetti, ha visto come battitori: l’imprenditore Alessandro Corsi per i blocchi e l’architetto Corrado Lattanzi per gli oggetti.
Lo spirito dell’asta è evidenziato con chiarezza e trasparenza dal bilancio di sostenibilità (realizzato anche in questa seconda edizione con il contributo scientifico di ALTS, Alta Scuola di Impresa e Società della Università Cattolica del Sacro Cuore) ed è interpretato come uno strumento essenziale per realizzare un costante nuovo inizio e, al tempo stesso, un tuffo nel passato nel quale attingere le energie e gli stimoli per il futuro.
“È la consacrazione di un legame con il territorio – prosegue Lucchetti – che non è e non potrebbe essere casuale, perché dal territorio, dal contatto con il cuore delle nostre montagne che nasce e si ripropone anche il patto che lega le imprese alla comunità estesa, condividendo problemi, aspettative e speranze comuni”.
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