“Pole pole” eppur si muove…
PIOMBINO – Che dire, se non Eureka? Ci sono voluti quasi due anni, ma sembra che finalmente ci siamo: a Piombino è stato ufficialmente varato il protocollo con cui la Regione Toscana autorizza – con tutti i quasi infiniti passaggi della sua burocrazia – l’insediamento nel porto della Nuova Pignone per i montaggi e le spedizioni dei suoi grandi apparati, e l’altrettanto vitale insediamento della PIM (Piombino Industrie Marittime) per le demolizioni, costruzioni navali e refitting. Presidente della Regione Enrico Rossi e sindaco di Piombino Massimo Giliani ci hanno messo la firma (e la faccia). Con loro Stefano Corsini per l’AdSP, Gianni Anselmi per la commissione speciale della Regione e Piero Neri per la PIM, della quale fa parte anche il Cantiere San Giorgio del porto.
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Un piccolo passo nel cuore della Burocrazia, un grande passo – scusatemi l’enfasi – per la valorizzazione di quelle aree portuali di Piombino che, con grandi spazi e banchine a 20 metri di profondità, sembravano davvero una cattedrale nel deserto dopo la veloce realizzazione per l’operazione di smantellamento della “Concordia” scippata poi da Genova. Ricordiamo che nelle aree PIM stazionano da mesi i famosi “sponsons” della “Concordia”, ovvero quei maxi cassoni di ferro che avevano assicurato il galleggiamento del relitto dal Giglio a Genova. Più volte ci siamo chiesti che se ne faranno a Piombino ed avevamo avuto risposte sempre evasive: smantellarli per recuperare metallo da destinare alle acciaierie; trasformarli in un bacino galleggiante per facilitare smantellamenti navali; tenerli in serbo, non si sa mai che possano servire per un’altra (maledetta) emergenza navale. Qualcosa forse tra poco si saprà. Pole pole, dicono in swahili gli africani, per sostenere la filosofia del “Chi va piano va sano e va lontano”. Da noi è diventata una regola, e basta guardare il Codice degli appalti. Ma davvero così si va lontano?
Antonio Fulvi
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