ALIS e Marevivo, accordo “green”
RIMINI – In due giorni di “Ecomondo”, nei saloni della fiera di Rimini, sono state sette le priorità programmatiche per rilanciare l’economia italiana definite dal Consiglio nazionale della green economy. Un consiglio formato da circa settanta organizzazioni di imprese ha presentato le sette proposte alle forze politiche. Rappresentano la spina dorsale degli Stati generali della Green Economy 2018, organizzati dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Ma “Ecomondo” non è il solo impegno ufficiale di questi tempi per l’economia “green”. L’altra importante notizia è il protocollo operativo sottoscritto tra ALIS, l’associazione della logistica sostenibile presieduta da Guido Grimaldi, e Marevivo, l’associazione ambientalista del mare presieduta da Rosalba Giugni. L’accordo segue quello che Marevivo ha sottoscritto a Roma con il comando generale delle Capitanerie di porto e una collaborazione ormai più che decennale con la Marina Militare, utilizzando in particolare il veliero-scuola Vespucci come palestra di incontri e conferenze.
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Che ci sia bisogno di una più approfondita coscienza e conoscenza “green” per contrastare il disastroso inquinamento marino ormai è evidente e condiviso. Rimane il problema di come intervenire in chiave concreta. E proprio su questo punto sia Grimaldi (ALIS) che la Giugni (Marevivo) stanno mettendo a punto una specie di “comandamenti” da rendere obbligatori sia agli associati della logistica sia alle delegazioni di Marevivo che operano lungo le coste italiane, quasi sempre con un forte impegno di volontari. I dati forniti dagli istituti di ricerca sono del resto più che preoccupanti e sono stati riassunti nella foto di apertura di questo articolo: con l’aggravante che se nei mari del mondo arrivano ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica, nel Mediterraneo la percentuale per chilometro quadrato di mare è ancora più alta. E considerando che si tratta di un mare chiuso, con la più alta incidenza mondiale di scarichi urbani, l’allarme sulla necessità di interventi concreti è più che giustificato. Compresa la proposta di Marevivo di studiare qualche sistema per intercettare alla foce dei fiumi le plastiche galleggianti: con reti amovibili, con ciclici interventi, con accordi con i comuni. Insomma, muoversi prima che sia davvero troppo tardi.
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