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Waterfront e integrazione sostenibile nell’ambito della città metropolitana

Carmine Piscopo

NAPOLI – Da sempre si sottolinea come la collaborazione tra le Autorità portuali di sistema e le città dove insistono i relativi porti sia un elemento indispensabile per programmi da farsi presto e bene. Così sottolinea anche l’assessore all’urbanistica di Napoli Carmine Piscopo, in questa nostra intervista che caratterizza uno dei temi della Naples Shipping Week, in corso in questi giorni. Ecco l’intervista.

Assessore Piscopo, il macroprogetto del waterfront di Napoli nasce da un’idea progettuale vincitrice del concorso internazionale del 2004 che prevede la riqualificazione del fronte del porto che affaccia sulla parte più antica e monumentale della città dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Può descriverci quali sono le principali opere previste dal progetto?

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Il Masterplan approvato dall’Autorità Portuale prevede, in un arco temporale che va dal 2018 al 2022, la realizzazione di diverse opere infrastrutturali: la riqualificazione dell’area Immacolatella vecchia, la ristrutturazione del Molo Beverello con il nuovo terminal passeggeri, il recupero e la valorizzazione dell’edificio ex magazzini Generali, nonché la realizzazione di un complesso di opere volte al ridisegno del waterfront e all’integrazione porto-città.

Quali sono le maggiori difficoltà che avete dovuto affrontare in questo percorso?  A distanza di 14 anni dal progetto iniziale quali sono stati gli aggiornamenti e le modifiche alla luce dei tanti cambiamenti in tema di naviglio e di traffici sempre più invasivi, in contrapposizione alla necessità di una sempre maggiore attenzione al cittadino e all’ambiente?

Nel corso degli anni, e soprattutto durante le differenti fasi procedurali, si sono presentati alcuni contenziosi seguiti direttamente dall’Autorità Portuale che hanno generato un significativo allungamento dei tempi. Inoltre, si sono avvicendati diversi Commissari e le fasi progettuali sono state di fatto sospese. Con la nomina del presidente Pietro Spirito nel 2017 le attività sono riprese e si è concretizzata una fitta attività istituzionale che ha consentito di poter riprendere il progetto, portandolo ad una fase più avanzata. Nel dettaglio, sono stati stralciati e approfonditi innanzitutto due elementi progettuali: il primo legato all’area dei Magazzini Generali, con livello progettuale di definitivo, che prevede tra le altre cose una “strip” commerciale e il completamento dell’edificio di Marcello Canino secondo il disegno originario che ospiterà attività di formazione ed espositive; il secondo stralcio riguarda l’area del Terminal passeggeri del Molo Beverello, con livello progettuale esecutivo, e ampliamento di servizi e attività  utili agli utenti del porto. Si tratta di due interventi significativi, non solo sotto il profilo della razionalizzazione e valorizzazione delle attività esistenti, quanto, anche, sotto il profilo del ridisegno del waterfront e cittadino e delle sue relazioni con la città.

Il Comune di Napoli collabora alla creazione di un waterfront che curi gli interessi dei cittadini senza penalizzare lo sviluppo portuale; quali soluzioni propone per poter procedere in linea agli attuali indirizzi che prevedono di far arrivare le ferrovie fino all’interno dell’area portuale minimizzandone l’impatto nei confronti della città? In questa ottica: quali sono le opere primarie ed ineludibili previste dal grande progetto?

Il Grande Progetto per il Porto prevede interventi di collegamenti stradali e ferroviari interni per un importo di euro 31.600.000,00. A tal fine, l’Amministrazione comunale sta lavorando molto alla definizione degli aspetti legati all’accessibilità, alla logistica, alla razionalizzazione dei sistemi di trasporto pubblico e alla configurazione delle relazioni città-porto. In particolare, il programma dei trasporti è curato dall’Assessorato alle infrastrutture e alla mobilità, deleghe affidate al lavoro del professor Mario Calabrese. Naturalmente, nel caso della città di Napoli, l’intero programma della mobilità va pensato in relazione ad un quadro organico che tiene insieme porto, retroporto, città storica, nelle loro relazioni con l’interporto e l’entroterra ad est. In ultimo, con il nuovo assetto definito dalla costituzione della Città Metropolitana.

Il progetto nel suo complesso pare ora aver raccolto consapevolezza e determinazione a procedere verso la fase realizzativa. Chi e cosa ha contribuito a questa accelerazione? Quali gli sforzi ancora necessari per superare gli ultimi ostacoli?

A partire dalla nomina del presidente dell’Autorità Portuale, seguita ad un lungo periodo di commissariamento, è stata posta l’attenzione ad un quadro progettuale più ampio, che ha coinvolto la città. L’accelerazione a cui si riferisce è dovuta pertanto in gran parte al coinvolgimento che tutte le Istituzioni, a partire dal Ministero alle Infrastutture e dal Ministero per i beni e le attività culturali, hanno posto in essere insieme con l’Amministrazione comunale per un’efficace ripresa e valorizzazione del progetto iniziale. Significativo è il lavoro che ora l’Autorità Portuale sta svolgendo e dovrà svolgere per la rivisitazione del nuovo Piano Regolatore Portuale dopo la “restituzione” da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a causa delle carenze riscontrate in merito agli aspetti pianificatori e procedurali della proposta di piano del 2013. È necessaria la dotazione di un nuovo strumento di pianificazione flessibile e all’altezza delle sfide di una città contemporanea.

I vari bandi di gara una volta appaltati che impegno finanziario complessivo prevedono? Quali gli step ed i tempi di realizzazione?

Circa la realizzazione dei due principali interventi, e così come si evince dal Piano Triennale 2017-2019 dell’Autorità Portuale, gli importi previsti sono: per il recupero e la valorizzazione dell’edificio ex Magazzini Generali, circa 20 milioni di euro; per il nuovo Terminal passeggeri del Molo Beverello, circa 22 milioni di euro. In merito ai tempi di realizzazione, i bandi sono coordinati e seguiti dall’Autorità Portuale che ha previsto un cronoprogramma serrato e che dovrà misurarsi con le procedure di rito, augurandoci che i contenziosi, spesso presenti nel campo delle opere pubbliche,  non intervengano a definire eccessivi ritardi e rallentamenti.

I sindaci delle città portuali italiane (presenti nell’ANCI) criticano la scarsa rappresentanza delle amministrazioni territoriali nei comitati di gestione delle Autorità di sistema. La ritiene una critica fondata?

Assolutamente si, spero in questo che l’ANCI ci possa dare un valido supporto. Quando vi è leale collaborazione tra gli Enti le soluzioni si trovano prima e sono supportate da un livello di consapevolezza maggiore, che consente, nella realizzazione delle opere programmate, tempi certamente minori.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
26 Settembre 2018

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