Sulla tragedia del viadotto Morandi l’Italia logistica si stringe a Genova
GENOVA – Lentamente, ma con moto uniformemente accelerato, emergono a una settimana dal disastro del viadotto Morandi tutti i problemi che la perdita di vite umane aveva, giustamente, messo in secondo piano: la spaccatura in due delle comunicazioni sull’asse tirrenico del paese. Con le ricadute sull’intero comparto della logistica e della produzione nazionale.
“È ancora troppo presto per una strategia comune che fronteggi la tragedia di Genova sul piano logistico e portuale. Ma è indubbio che sarà messo alla prova l’intero sistema nazionale dei porti, per evitare che le merci destinate alle banchine genovesi finiscano nei porti spagnoli o francesi”. È stata una delle prime dichiarazioni provenienti dal mondo dei porti fuori Genova, quella dell’ingegner Stefano Corsini presidente dell’AdSP del Tirreno settentrionale. “Siamo sconvolti dalla perdita di vite umane e dall’immane ricaduta del crollo su centinaia di genovesi sfrattati dalle case a rischio. Ma in chiave nazionale, andrà affrontato al più presto possibile anche il tema della logistica. Considerando che Genova soffriva già da tempo di gravi carenze di collegamento al porto per i ritardi della “gronda” e l’eterno tira-e-molla sul terzo valico”.
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Anche il presidente nazionale di Confetra Nereo Marcucci è stato tra i primi ad esprimersi. Dopo aver espresso il cordoglio proprio e dell’associazione per le vittime e “la più calorosa vicinanza” alle altre vittime della tragedia Marcucci ha dichiarato: “ Al dolore associamo la nostra piena disponibilità a collaborare, come già sta avvenendo localmente, anche su scala nazionale in una apposita unità di crisi che siamo certi il governo vorrà promuovere per affrontare le incalcolabili conseguenze trasportistiche, economiche e logistiche, che questa sciagura comporterà anche nei prossimi mesi. Il porto di Genova isolato – ha detto ancora il presidente di Confetra – significa mettere in ginocchio la manifattura del nord-ovest. E ancora di più si rendono urgenti interventi, dalla Gronda al Terzo valico, indispensabili per mettere il sistema produttivo nazionale in sicurezza”.
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Per Federagenti, il presidente Enzo Duci, il dolore si è associato alla presa di coscienza del gravissimo Vulnus subito non solo da Genova ma dall’intero paese. “Per chi oggi è chiamato a gestire l’emergenza – ha detto – il richiamo alla realtà deve essere costante. Lasciamo perdere le soluzioni miracolistiche o le invenzioni. L’Italia del nord e non solo Genova sono spaccate in due, noi dobbiamo riunirle. E ciò significa sacrifici per tutti, specie per chi opera nella logistica e nel porto, il primo porto d’Italia che non deve cedere alle tentazione della sconfitta. Vanno quindi trovate in stretta connessione con chi conosce le dinamiche dei traffici – ha continuato Duci – le soluzioni più efficienti, quelle razionali, quelle che si possono applicare subito. Il governo ha proclamato uno stato di emergenza di 12 mesi. Per noi l’emergenza è oggi e Genova, questo lo sappiano gli altri italiani, non molla il colpo. Lo ha dimostrato in passato, lo dimostrerà anche oggi. Ma nessuno pensi per interesse politico, ignoranza, superficialità – conclude – a metterci i bastoni fra le ruote”.
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Ancora da Federagenti: “Il porto di Genova sarà in grado di soddisfare pienamente e regolarmente la domanda di servizi sia legata al traffico internazionale delle merci sia relativa ai passeggeri, sia su navi da crociera che su ferries. A fornire questa indicazione, smentendo i rumors conseguenti il drammatico crollo del viadotto autostradale Ponte Morandi è direttamente Federagenti, la Federazione degli Agenti Marittimi italiani, insieme con la sua associazione locale, Assagenti Genova, che hanno il contatto diretto con i gruppi armatoriali e le compagnie di navigazione che scalano a Genova.
“Sulla base dell’analisi – sottolinea una nota ufficiale congiunta – sui flussi attuali di traffico e sulle previsioni per i prossimi mesi, analisi attuata nel dettaglio dalla Emergency Room costituita all’interno dell’Autorità di Sistema Portuale, Federagenti e Assagenti sono in grado di confermare alla comunità marittima internazionale, che il porto di Genova sarà in grado di operare a pieno regime adottando una serie di misure immediate in grado di supplire, anche e specialmente in tema di viabilità, ai danni provocati dal black out del sistema autostradale di collegamento.
“Ciò è per altro conseguenza anche dell’intenso e costruttivo lavoro svolto in questi giorni in coordinamento con le Istituzioni e Autorità locali – conclude la nota – che si sono prodigate insieme alle associazioni di categoria per trovare le migliori quanto urgenti soluzioni in termini di viabilità stradale, consentendo anche il ripristino a breve della piena operatività del collegamento ferroviario”.
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Da La Spezia Alessandro Laghezza presidente dell’omonimo importante gruppo logistico, ha affrontato il tema dell’emergenza allargando lo sguardo.
“Nulla sarà come prima – scrive Laghezza – il crollo del Ponte Morandi segna per la politica e l’economia italiana un punto di svolta epocale: la politica non potrà più permettersi di cavalcare come ha fatto per decenni gli slogan, prolifici di voti, di Comitati più o meno ambientalisti (e ciò è accaduto negli ultimi trent’anni con il coinvolgimento prevalente di forze vecchie di governo e di sinistra, quindi, di recente, con quello di movimenti nuovi della politica nazionale). Il Morandi ha trascinato nel vuoto tutto un sistema di consociativismo politico ed economico, rendendolo fragile e pronto a crollare come il pilone centrale del viadotto autostradale sul Polcevera e specialmente impedendo alla politica di oggi e domani di perseguire gli stessi schemi. Il crollo del ponte Morandi – continua Laghezza – è un’emergenza nazionale. Che non riguarda solo Genova o la Liguria. Non riguarda solo quelle filiere della logistica e dei trasporti che molti ancora in politica e persino nel mondo della produzione considerano un optional, titolari di una funzione ancillare rispetto alla produzione industriale. Il fatto che il porto di Genova, il primo porto italiano per funzioni strategiche, per container e per passeggeri, rischi di essere un gigante azzoppato per anni con conseguenze che solo apparentemente e nel breve potranno apparire positive per gli altri porti del sistema ligure; il fatto che alla coincidenza dei due principali assi di traffico su gomma, (quello verso nord e le aree produttive lombarde) e quello fra est e ovest (fra Francia e l’est italiano ed europeo) sia un cumulo di macerie, rappresenta una emergenza per tutta l’Italia. E ciò impone decisioni immediate, procedure da emergenza (ed è positivo che il governo abbia decretato uno stato di emergenza di 12 mesi) per consentire una difficile convivenza fra traffico camionistico e traffico automobilistico da e per il porto di Genova garantendo un collegamento per le merci da e per l’hinterland produttivo; ciò impone un grande pragmatismo e comprendere che dall’efficienza di questi collegamenti dipenderà la competitività di una parte importante del sistema paese. Decisioni immediate anche sul domani, che è oggi, in tema di infrastrutture, varando procedure e appalti di emergenza – conclude Laghezza – per la realizzazione di opere, gronde o bretelle che dir si voglia, ma che garantiscano nei tempi più brevi possibili e a tappe forzate il ripristino di quel cordone ombelicale est ovest che deve essere radicato sul porto di Genova.”
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“Mentre il Paese è ancora sotto shock per la tragedia del Ponte Morandi – è uno dei pesanti commenti che circolano sul web – apprendiamo basiti della solerzia con la quale Consob avrebbe messo in guardia il governo sulle ripercussioni che le dichiarazioni sulla revoca delle concessioni autostradali avrebbero potuto avere sui mercati finanziari. Evidentemente, quando vuole, Consob riesce ad intervenire a tempo di record per tutelare, così dicono loro, gli investitori”. Il commento è firmato da Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione Vittime del Salvabanche, alla notizia dell’intervento di Consob a seguito delle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dei vicepremier Salvini e Di Maio in merito alla possibile revoca delle concessioni autostradali alla società Atlantia, che ha come azionista di riferimento la famiglia Benetton.
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L’ALIS, l’Associazione Logistica della Intermodalità Sostenibile, in occasione dell’estremo saluto alle vittime della tragedia di Genova, ha voluto esprimere” il più sentito cordoglio alle famiglie e a tutti quanti piangono affetti perduti”.
Con queste parole il presidente di ALIS, Guido Grimaldi, ha voluto trasmettere la vicinanza propria e dell’associazione alle famiglie colpite e a tutti coloro che sono stati toccati nei loro sentimenti dal crollo del ponte Morandi.
“In maniera particolare Alis – ha continuato Guido Grimaldi – interpretando il pensiero dei propri associati si stringe alle imprese che nella tragedia hanno perso cinque uomini del mondo della logistica. Lavoratori esemplari impegnati nella quotidiana attività. Oggi è il momento del pianto e della vicinanza alle famiglie delle vittime. Poi verrà il momento delle riflessioni, dell’analisi e dell’azione, che dovrà essere rapida e incisiva come pretende la crucialità economica che quell’infrastruttura rivestiva”.
“Siamo ben consci – ha aggiunto Guido Grimaldi – del colpo durissimo subito dall’intero Paese e delle difficoltà che il nostro settore dovrà affrontare. Si dovrà operare in situazioni di grave disagio in una regione nevralgica per i collegamenti intermodali. I porti di Genova e Savona, l’interporto di Vado Ligure e tutte le strutture portuali e logistiche della regione ligure, rischiano forti contraccolpi che bisogna evitare affrontandoli con la massima urgenza e con grande coesione. L’ALIS, attraverso i suoi associati, sarà pronta e disponibile a fornire al Governo, alla Regione Liguria ed a tutte le istituzioni coinvolte nell’opera di riassetto delle infrastrutture, tutto il supporto e la collaborazione necessaria.
“In questo momento così critico – ha concluso il presidente di ALIS Guido Grimaldi – non bisogna perdersi nella polemica ma essere proattivi al fine di evitare che tali tragedie si ripetano, anche e soprattutto perché è l’unico modo per onorare e ricordare chi, in questo evento ha perso la vita”.
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Mappare ponti e cavalcavia. Fare controlli e manutenzione. Lo ha chiesto subito dopo la tragedia il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè che ha rivolto alla Politica le stesse domande poste un anno fa in seguito ai crolli di Annone Brianza, (ottobre 2016), di Fossano (in provincia di Cuneo) e dell’A14 tra Loreto e Ancona Sud. “Il bilancio di oggi mette i brividi: queste tragedie non sono più tollerabili”, ha detto Uggè. “Quanti altri cavalcavia dovranno crollare sotto il peso del silenzio e dei controlli non fatti? Quando verranno puniti coloro che per mesi e anni non hanno fatto nulla? Quando verranno chiamati a rispondere di omicidio coloro che non hanno mosso un dito perché altre tragedie non avvenissero?”.
“Gli sos lanciati da chi denunciava lo scandalo dei trasporti eccezionali sono rimasti inascoltati – afferma Uggè – Se un trasporto eccezionale transita su un ponte solo ‘eccezionalmente’, come dovrebbe accadere, è un conto, ma che se quel fatto particolare diventa la norma (perché è molto più conveniente trasportare un carico d’acciaio una volta sola su un solo Tir piuttosto che tre volte su altrettanti mezzi), è tutt’altra faccenda. Decine di giganti della strada stracarichi di acciaio o altri materiali che transitano ogni giorno possono mettere a durissima prova la tenuta di un’infrastruttura progettata e realizzata per sopportare altri tipi di peso”.
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Il cluster marittimo napoletano ha deciso di dedicare la III edizione della Naples Shipping Week a Genova, al suo Porto e al suo futuro. La settimana, manifestazione gemella della Genoa Shipping Week, è un importante momento di incontro riservato alla comunità marittima nazionale e internazionale che coinvolgerà a settembre l’intera città di Napoli con conferenze e incontri dedicati alle novità e soluzioni in ambito shipping, logistica e innovazione tecnologica.
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