Aspettando quelle strade maledette
LIVORNO – E adesso ci vengano a dire che non era previsto: gli imbuti di auto e tir che con l’arrivo della bella stagione stanno trasformando in inferni la strada d’accesso a Piombino/Elba e al Calambrone/Tirrenia, sono la riprova evidente di un sistema pubblico che non solo non funziona, ma che si annoda su se stesso in una infinita serie di passaggi burocratici dove tutti danno la colpa agli altri ma nessuno taglia il nodo gordiano.
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Le cronache riportano che per arrivare nel porto di Piombino nei giorni scorsi c’erano colonne chilometriche di veicoli a passo d’uomo sulla maledetta 398. Per l’imbuto del Calambrone non c’è bisogno dei resoconti stampa: andare e venire da Tirrenia è stato sabato e domenica un calvario: e altrettanto lo è stato per il traffico pesante diretto ai terminal Lorenzini e TDT, per la maledetta commistione tra auto e tir che nasce ogni estate per i ritardi della soluzione ponte sul canale scolmatore. Anche in questo caso, se ne parla da almeno dieci anni: la metà del tempo di cui si parla, si progetta, si promette e non si fa un c…o di decisivo per la 398: ma comunque, anche per il Calambrone tempi folli. E francamente ci dispiace che il governatore della Toscana venga di frequente a visitare i lavori della foce dello Scolmatore, con le dighe esterne, i dragaggi, i tanti piani per la navigabilità della foce stessa: Rossi quando vuole è decisionista, ma per il ponte sullo Scolmatore, opera fondamentale per separare il traffico turistico con quello per i terminal container, ci sembra più che altro il sor Tentenna dei vecchi giornalini. E anche per quest’estate, sarà l’inferno su quelle strade maledette, senza nemmeno il piccolo sollievo di sapere chi mandare al diavolo incolonnati sotto il sole rovente. Coraggio.
Antonio Fulvi
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