Soluzioni sui bacini di carenaggio
Dal dottor Francesco Ruffini, già segretario generale della Port Authority, riceviamo:
LIVORNO – La formazione del nuovo Governo Conte, dopo il lungo e tormentato iter che l’ha preceduto, ha suscitato nuove attese e speranze negli operatori economici interessati.
In tale contesto, la nomina del pentastellato nuovo Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Se. Danilo Toninelli, ha di nuovo acceso i riflettori su alcune rilevanti e irrisolte tematiche del nostro Porto, bacini di carenaggio e Bellana.
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In particolare, con un articolo apparso in data 2 giugno u.s. sul quotidiano cittadino “Il Telegrafo”, il sindaco Nogarin ha annunziato un suo prossimo incontro con il neo-ministro Toninelli, ponendo l’accento sulla necessità di ripristino del grande bacino in muratura considerato “patrimonio irrinunciabile per tutte le possibilità di lavoro che offre”.
Mentre si formulano i più vivi rallegramenti per tale iniziativa, e si attendono i risultati che potranno derivarne, si auspica che anche per il bacino galleggiante “Mediterraneo”, ancora fuori esercizio per il tragico incidente occorso alla M/n. “Urania” nell’agosto 2016, possano essere individuate soluzioni che valgano a districare il complicato groviglio di competenze ed interessi esistenti.
Quanto al piccolo bacino in muratura che si affaccia sul Ponte dei Francesi, prezioso esempio di impianto industriale risalente alla fine dell’800, in ininterrotta attività sino a pochi anni orsono, si stima che potrebbe tornare a nuova vita ospitando una delle navi in dismissione dalla Marina Militare, ad esempio una corvetta della classe “Minerva“ che fosse stata radiata. Si completerebbe in tal modo il percorso museale attestato nei Bottini dell’Olio e si onorerebbe la grande tradizione marinara della Città, che trova il suo fulcro nell’Accademia Navale.
Sarebbe una formidabile attrattiva per chi percorresse la Via Grande in direzione Porto, e si creerebbero nuove opportunità di lavoro.
Del resto la Marina ha già ceduto tre sommergibili ad altrettante città, l’“Enrico Dandolo” a Venezia, il “Nazario Sauro” a Genova, l’“Enrico Toti” al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dopo un avventuroso trasferimento da Augusta al porto fluviale di Cremona.
All’estero, è tuttora armata dalla USNavy la “Constitution”, varata il 21 ottobre 1797, ormeggiata nel porto di Boston, a poppa della portaerei “Kennedy”, mentre a Norfolk desta persistente ammirazione la grande corazzata “Alabama” gemella della più nota “Missouri”.
Ma per tornare all’argomento iniziale, mi pare opportuno rilanciare l’ipotesi di un Commissario ad Acta che possa ricomporre le inevitabili divergenze con la società Azimut-Benetti, e contemperare le attività di costruzione dei più famosi ed ammirati yachts al mondo, con lo svolgimento di attività di riparazione e raddobbo nel contiguo compendio dei bacini.
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