Pasqualino Monti nella Riforma storture punitive
PALERMO – È la burocrazia che soffoca i porti italiani: e anche la Riforma della riforma portuale va corretta, altrimenti non se ne esce. Pasqualino Monti, già presidente di Assoporti, dell’Autorità portuale di Civitavecchia e oggi dell’Authority di sistema della Sicilia occidentale, punta il dito sui cento cavilli burocratici che frenano l’operatività dei “sistemi e in una intervista a Il Sole-24 Ore sposa la tesi del presidente di Confidustria per un “ministero del mare”, tesi peraltro contestata – si legga in questa stessa pagina la nota di Confetra – da una parte degli operatori, che la considerano suggestiva ma impraticabile in tempi brevi. Almeno bisogna arrivare – sottolinea Monti – a correggere le più macroscopiche storture della Riforma.
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Quali e come? “Una per tutte – ha dichiarato Monti a Il Sole-24 Ore – la stortura di aver fatto cadere le AdSP nella riforma della pubblica amministrazione: un calderone dove si esprime il peggior tipo di burocrazia; e che costringe le nostre Authority a sottostare a regolamenti che non hanno senso per chi, come fine istituzionale, ha quello di promuovere i porti sul mercato”. Monti riferisce anche che la sua scelta di uscire da Assoporti è legata alla mancanza di una sua “presenza forte a Bruxelles e sul territorio nazionale proprio per correggere le storture della Riforma”.
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