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Il cluster marittimo in rivolta

Nereo Marcucci

ROMA – È rivolta del cluster marittimo dopo la lettera della DG Competition sui presunti aiuti di Stato dell’Italia sulle concessioni demaniali. Il tema è stato oggetto di una relazione del presidente di Assoporti Zeno D’Agostino nel corso di “Med Ports” a Livorno, con interventi preoccupati e critici dei presidenti dei sistemi portuali presenti nell’assemblea. E D’Agostino ha chiamato a raccolta tutte le componenti della portualità “Accogliamo positivamente la proposta lanciata dal presidente di Assoporti Zeno D’Agostino – scrive in una sua nota il presidente di Confetra Nereo Marcucci – perché il cluster marittimo contrasti unitariamente, ed auspicabilmente accanto ad un Governo forte ed autorevole, questa incomprensibile posizione della DG Competition della Commissione UE sui porti italiani”.

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“Le AdSP sono pubblica amministrazione centrale dello Stato – continua la nota – detengono poteri tipicamente pubblici di regolazione, ordinanza e vigilanza. Quale articolazione amministrativa dello Stato svolgono attività di riscossione canoni e diritti, hanno una governance interamente istituzionale nominata da Governo ed Enti Locali. Considerarle alla stregua di imprese private, assoggettandole così alla fiscalità generale, mi pare un esercizio davvero fantasioso” ha dichiarato ancora Marcucci. “Non vorrei che questa “creatività” interpretativa della Commissione fosse il frutto di pressioni ed interessi politici nazionali di Stati Membri nostri competitors nei traffici marittimi e nella logistica. Mi pare questo uno di quei classici casi in cui un Paese è chiamato a fare Sistema per difendere, a Bruxelles, le proprie fin troppo evidenti ragioni. Gli effetti nefasti di una simile incomprensibile posizione, infatti – ha concluso il presidente di Confetra – colpirebbero le Autorità di Sistema, i terminalisti, i concessionari, gli operatori di manovra ferroviaria, ovviamente l’armamento, togliendo competitività ai porti ed a tutta la filiera logistica che da essi poi si dirama verso imprese e consumatori”.

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Apprendiamo che la Commissione Europea – scrive in una sua noita l’ANCIP – sarebbe intenzionata, aprendo forse una procedura di infrazione, a far pagare alle Autorità di Sistema Portuale le imposte su concessioni e autorizzazioni. Tale notizia ci lascia fortemente perplessi.

Come Associazione di categoria, che raggruppa la quasi totalità delle imprese art. 17 e numerose imprese art. 16 che operano nei porti italiani, siamo fortemente preoccupati di provvedimenti che vadano a sminuire la capacità di intervento e gestione delle appena Istituite Autorità di Sistema Portuale, interrompendo un processo virtuoso che mira a rilanciare la Portualità Italiana.

Non possiamo che rispondere affermativamente all’appello lanciato dal Presidente di Assoporti Zeno D’Agostino e dal Presidente di Confetra Nereo Marcucci.

La portualità italiana, tutta, mai come in questo momento deve essere unita e compatta a respingere le richieste che giungono da Bruxelles, tra l’altro in contraddizione con i regolamenti europei e con motivazione difficilmente comprensibile.

È bene ricordare come sia sempre stata la stessa Comunità europea a lasciare libertà di scelta su come gestire ed amministrare i porti e le infrastrutture interne ad essi. Con la Legge n.84/94 il nostro Paese scelse il modello “Landlord port” con lo Stato che rimane, attraverso le sue Autorità Portuali (ora Autorità di Sistema Portuale), proprietario dei porti e delle infrastrutture, ma che permette la gestione delle stesse, così come tutte le operazioni e servizi relativi al cosiddetto “ciclo nave”, ad imprese private autorizzate. Ci pare quindi perlomeno inesatto paragonare le Autorità di Sistema Portuale, Enti pubblici non economici, a delle imprese private. Di conseguenza il voler far apparire le stesse AdSP impegnate in attività economiche è pretestuoso e pericoloso.

Con queste richieste, l’Europa interferirebbe sul modello gestionale ed amministrativo dei porti italiani. Non vorremmo che queste scelte celassero un tentativo, di avviare una politica privatistica al fine di cambiare la natura pubblicistica dei nostri porti.

ANCIP ribadisce quindi, con forza, il ruolo importante e strategico che le nuove Autorità di Sistema Portuale, in quanto Enti pubblici, hanno nel sistema italiano alla luce anche delle riforme apportate alla Legge n.84/94 dai D.lgs n.169/2016 e n.232/2017. Siamo pertanto disponibili a collaborare, sin da subito, con tutto il cluster portuale ed il Governo italiano per risolvere questa preoccupante vicenda.

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Pubblicato il
21 Aprile 2018
Ultima modifica
27 Aprile 2018 - ora: 14:53

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