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Green Logistics Expo ha aperto una finestra sul futuro già in atto

PADOVA – Si è chiusa ieri la prima edizione di Green Logistics EXPO nei locali dell’ente fiera patavina, con un pieno di espositori che ha consentito ai visitatori – e agli stessi esperti – di focalizzare lo stato dell’arte della logistica “verde”, in Italia ma non solo. Presenti anche stand di porti, di aziende di trasporti, di elaboratori della motoristica, ma anche di specialisti di servizi a supporto delle aziende che non sono in grado da sole di entrare nel grande business della nuova logistica digitalizzata e smaterializzata nella parte documentale.

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Torneremo sui temi specifici trattati con una serie di interviste. Nella giornata d’apertura c’è stata anche l’inagurazione delle nuove gru elettriche dell’interporto di Padova, l’apertura ufficiale dell’Expo, la presentazione della flotta e del “sistema” di logistica di FOUR, e quindi la raffica di convegni tecnici su digitalizzazione, nodi logistici, integrazione ferro-gomma, progetti urbani e proposte in chiave digitale spinta. In parallelo si è svolto anche il consiglio dell’Unione Italiana Interporti.

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Nel pomeriggio della prima giornata, è stato affrontato in tre sessioni distinte organizzate sotto l’egida del CISCo il tema della digitalizzazione dei trasporti con la “smaterializzazione” documentale; sotto-temi altrettanto importanti le codifiche dei terminal e del data-base per le flotte containers e infine la digitalizzazione nel trasporto stdadale e le innovazioni per mobilità e soste nei centri intermodali.

Introdotto e moderato dal nostro direttore Antonio Fulvi il convegno è stato aperto da una relazione di Evelin Zubin sulla digitalizzazione studiata a e proposta dal consorzio 906: una struttura di servizi nata e sviluppata a supporto globale delle aziende. Sulla Blue Economy e le opportunità che essa offre ha parlato Mario Dogliani, della Fondazione CS Mare: che nata nel luglio 2017 tra Confalis e Federazione imprese, è impegnata sul tema della salvaguardia dell’ambiente attraverso azioni concrete nel dialogo tra le istituzioni UE anche per la promozione ed eventuali finanziamenti di progetti per la de-carbonizzazione e lo sviluppo delle competenze. Dogliani è entrato tra l’altro sui temi concreti esemplificando una filiera “ideale” della digitalizzazione del container, che trasformato (già in corso d’opera secondo alcuni progetti CISCo) in un vero terminale computerizzato sarà presto in grado di colloquiare sia con chi spedisce che con chi riceve fornendo non solo posizione “just in time” ma anche tempi previsti per l’intero ciclo dei trasporti.

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Sempre Dogliani, questa volta come rappresentante incaricato del MIT, il ministero dei trasporti, con il quale collabora strettamente, ha presentato un breve filmato realizzato con il ministero dei trasporti italiano e quello di Malta – integrato da una serie di slide – sugli studi in atto con il progetto STM Italia (Sea Trafic Management) a supporto delle politiche nazionali di implementazione e smaterializzazione delle documentazioni per i trasporti. In sintesi estrema, CISCo sottolinea come sia necessaria una collaborazione stretta e completa tra istituzioni, vettori trasportistici e azienda per arrivare attraverso un codice unificato a gestire al meglio la logistica integrata tra mare, terra e anche cielo.

Il progetto STM è stato ulteriormente illustrato dall’intervento di Enrico Morten, programmatore del CISCo, sulla codifica comune dei terminal, oggi frammentata e con linguaggi informatici che spesso non dialogano tra loro. Sul database globale per la flotta containers, un altro grande obiettivo sotto l’insegna del Box Tech, ha parlato Giordano Bruno Guerrini presidente B.I.C: (Business Innovation). Una relazione estremamente coinvolgente, che ha aperto uno squarcio di futuro sulla necessità che sistemi oggi adottati da alcune delle grandi società armatoriali (Maersk per prima) vengano condivisi o almeno mediati a livello globale.

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Nella terza e ultima sessione Roberto Vidoni di Automarocchi – una realtà in forte espansione, con svariate sedi in Italia e all’estero, impegnata anche nell’interporto Vespucci che è sempre più retroporto livornese – ha illustrato la modernizzazione del sistema informativo in atto tra autisti e centrale, lo sviluppo “verde” della flotta, le potenzialità in itinere ma anche le difficoltà che un sistema oggi aggiornatissimo incontra sui porti e sui vari hub dove ancora le attese delle pratiche burocratiche per i carichi sono esasperanti: e altrettanto lo sono le lunghe, snervanti attese ai varchi di alcuni porti per i “colli di bottiglia” che si creano all’ultimo miglio. In chiusura Alessandro Cesari ha illustrato le proposte in atto per conto di Autostrade Tech Spa per ingressi/uscite/mobilità e sosta nei centri intermodali collegati alla rete: con pass elettronici, visori che registrano in automatico, e abolizione progressivamente maggiore delle documentazioni cartacee.

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Le conclusioni, in stretta sintesi: esiste già una tecnologia informatica che può condurre nel ciclo logistico, se correttamente applicata e con i giusti supporti specialistici (“Nobody can do this alone”, recita CISCo) a ridurre i tempi di trasporto, delle rotture di carico, dei costi e specialmente dello stress e degli errori umani. I tempi sono maturi, le imprese specializzate che possono aiutare i piccoli sono anch’esse pronte e disponibili. Da ricordare che siamo già nel futuro e che chi esita rischia di rimanere tagliato fuori.

A.F.

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Pubblicato il
10 Marzo 2018
Ultima modifica
16 Marzo 2018 - ora: 14:01

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