Livorno: apriti, Sesamo!
LIVORNO – Giuseppe Tàrzia e Stefano Corsini è difficile vederli nella veste di Alì Babà: eppure con l’ormai prossima ordinanza dell’ammiraglio per la nuova apertura del porto livornese alle grandi navi, derivata dai dragaggi e dai lavori che l’Autorità di sistema sta completando in queste ore, la novella di “Apriti Sesamo!” che rivela ad Alì Babà la caverna dei tesori nascosti ci piace proprio. Consentiteci un richiamo “leggero” su un fatto storico, che sul piano concreto vuol dire per Livorno – come già abbiamo scritto nel numero scorso – la possibilità di movimentare un milione di tonnellate di merci in più e quasi 100 mila Teu in aggiunta. Perché anche pochi centimetri di pescaggio guadagnati, sia nel canale di ingresso che nella “strettoia” del Marzocco, vogliono dire fullcontainers e car-carries più cariche, con meno difficoltà di manovra anche con il vento (il meteo “vietato” passa dai 10 nodi di ieri ai 20 di oggi: un bel salto) e con ingressi notturni consentiti a navi fino a 200 metri di lunghezza. Con in più la promessa di un tavolo permanente per studiare una migliore illuminazione notturna, anch’essa di prossima attuazione e foriera di ulteriori possibilità. Da sottolineare che il contributo degli imprenditori privati è stato importante, e giustamente sottolineato: sia il Terminal Darsena Toscana, sia il terminal Lorenzini hanno contribuito economicamente ai lavori di allargamento (oggi siamo a 90 metri) e di approfondimento (a 13 metri) della famigerata “strettoia” del Marzocco. Altro importante contributo è venuto dalla Frartelli Neri, con la riduzione del numero dei rimorchiatori sia nelle manovre in avamporto che in porto, di giorno e di notte: a conferma che quando si fa squadra – come hanno ribadito sia Tàrzia che Corsini – si possono raggiungere risultati nell’interesse generale anche con il sacrificio meditato dei singoli operatori.
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Nel presentare la nuova organizzazione degli ingressi e delle uscite in porto – l’ordinanza, ribadiamo, è in arrivo – è stato sottolineato più volte un “caveat”: quello che i fondali rimangano gli attuali. Vuol dire, fuori di metafora, che se dalle porte vinciane arriveranno di nuovo fanghi in Darsena Toscana e se non ci sarà una costante attenzione su tutto il canale che va dall’avamporto alla Darsena, Sesamo tornerà a chiudersi. Nell’incontro di martedì in Capitaneria c’erano tutti gli imprenditori più importanti, compreso l’uomo di Msc, cioè della compagnia più importante che opera su Livorno – terminal Morosini – con le navi più grandi e più capienti. Si può davvero dire, come ha fatto l’ammiraglio Tàrzia, che da Livorno parte la nuova via della seta all’italiana. E come ha ribadito Corsini che adesso Livorno può aspettare la Darsena Europa con più tranquillità, visto che dall’anno prossimo grazie al micro-tunnel in avanzata realizzazione la “strettoia” passerà a 120 metri si larghezza e 15 di profondità: e non sarà più definitivamente una strettoia. Musica nuova in cucina, finalmente. Alalà.
Antonio Fulvi
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