Se l’altra “cura” per le merci porta le ali
MILANO – L’associazione aeroportuale italiana Assaeroporti ha diffuso in questi giorni il bilancio relativo ai traffici nei principali scali aerei nazionali, sia dei passeggeri che del cargo. Facciamo una brevissima parentesi per i passeggeri: in testa c’è sempre Fiumicino (40 milioni di passeggeri) ma in leggero calo, mentre cresce Milano Malpensa al secondo posto con 22 milioni di passeggeri (+14,2%). In percentuale la crescita maggiore è per Napoli che però è settimo in classifica con 8,57 milioni di passeggeri (+26,6%) mentre Pisa, con 5,23 milioni è 11° con crescita contenuta del 4,9%.
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Più interessante, anche in rapporto al Forum di cui parliamo qui a fianco, è lo sviluppo dei voli cargo: il che conferma che l’Italia si sta svegliando anche sul trasporto più veloce per le merci che ovviamente possono scontare – per il loro valore e per il contenuto volume e peso – il maggior costo dell’aereo. Il traffico cargo negli aeroporti italiani dal 2013 al 2017 è aumentato del 9,2%, in continua crescita fino a 1 milione e 145,2 mila tonnellate dell’anno appena concluso. Un dato superiore, anche se di poco, sottolinea il Censis, alla media mondiale che vede solo il 2° delle merci viaggiare sull’aereo. La fa da padrone Milano Malpensa, con la metà dei totali: tra i primi cinque scali cargo ci sono anche Orio al Serio e Bologna seguita da Fiumicino. Ma è interessante rilevare che il sistema vede crescere anche l’aeroporto toscano di Pisa dove alcuni importanti vettori, come Dhl, hanno già voli cargo dedicati. Morale: si tenga d’occhio il cargo aereo, perché per le merci ricche (moda, scarpe, elettronica componentistica, gioielli, vino, agroalimentare, etc) i distretti industriali che hanno un aeroporto possono davvero fare la differenza per il prossimo futuro, anche in abbinamento con le “cura del ferro” e “cura del mare” di cui si parlerà a Milano domani e dopodomani.
A.F.
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