I giganti dei containers crescono e i primi 5 hanno il 50% dei Teu
LONDRA – Lo sviluppo delle flotte containers continua, malgrado gli allarmi per una over-capacity che minaccia ciclicamente di abbassare i margini delle compagnie. Nel grafico che riportiamo (da Alphaliner) appare evidente come le fusioni, gli accorpamenti e anche i fallimenti che si sono verificati nell’ultimo anno, modificando il quadro generale hanno potenziato alcuni dei principali playres ma non hanno tolto di mezzo anche quelli meno forti, con poche eccezioni. APM-Maersk ha allungato sul secondo grande gruppo, la Msc di Aponte e sul terzo, Cma-Cgm.
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Da sottolineare che i primi cinque gruppi armatoriali coprono come potenzialità di container, il 50% dell’intero mercato. Altra considerazione: secondo la tabella, il gruppo cinese Cosco in quarta posizione mondiale è però quello che ha il maggior numero di navi in ordine. Msc ha più ordini che Maersk, anche se siamo vicini. Tra le compagnie che sembrano essersi messe in pausa riflessiva sugli ordini di nuove navi ci sono Hapag-Lloyd, Zim e anche Mol e Hyundai: nessun ordine o quasi, probabilmente in attesa che il mercato si chiarisca. Tra le incognite maggiori c’è l’atteggiamento del governo Usa: se la dottrina Trump sulla difesa della produzione interna dovesse davvero svilupparsi, l’import verso gli Stati Uniti sia attraverso il Pacifico sia attraverso l’Atlantico potrebbe subire pesanti contraccolpi e mettere in crisi le compagnie di navigazione più esposte su queste tratte.
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