Auto, il mercato cresce ancora e Livorno è saturo ma non molla
LIVORNO – I dati nazionali lo confermano: in Italia tra gennaio e dicembre del 2017 sono state immatricolate 1 milione e 970.497 auto nuove, con un aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2016. E le previsioni dei principali marchi automobilistici sono per un 2018 che dovrebbe sfondare i 2 milioni di vetture, ritornando ai periodi pre-crisi. I margini ci sono, secondo l’Automobile Club Italiano, perché il parco-vetture nazionale è tra i più vecchi e i recenti “blocchi” del traffico nelle città inquinate dallo smog hanno contribuito a convincere chi può a cambiare l’auto con un nuovo modello ibrido benzina-elettrico. Inoltre c’è una campagna quasi ossessiva da parte delle case automobilistiche a convincere gli utenti che il prossimo futuro sarà proprio dell’ibrido, con una specie di crociata contro il diesel: e con allettanti offerte – ormai da parte di tutti i brand – di rateizzazioni allungate con promessa di ritiro a valore garantito.
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Tutto questo si sta riflettendo sull’arrivo di grandi quantitativi di autovetture sui porti italiani: e in particolare su quello livornese, che mantiene ancora il record degli sbarchi dalle car-carries. La fa da padrone l’armamento Grimaldi che grazie anche al terminal Sintermar – gestito in società con il gruppo Neri – è comunque in difficoltà per carenza di spazi. Il porto è saturo anche alla Paduletta, e lo stesso autoporto del Faldo, a Collesalvetti, sta tornando ai tempi d’oro. Le auto Fiat provenienti dalle fabbriche della Turchia (vedi la foto) ciclicamente occupano anche gli spazi ancora liberi della sponda est della Darsena Toscana. E non va dimenticato che anche l’interporto/retroporto Vespucci di Guasticce ha aree da anni utilizzate da dinamici operatori livornesi (Gragnani) per lo sbarco e la ridistribuzione in tutta Italia di auto nuove. Siamo, in sostanza, alla saturazione.
Soluzioni? Si stanno ritagliando aree di sosta in tutti i pezzetti di territorio alle spalla del porto, ma non basta. In Paduletta la Cilp preme per avere un collegamento ferroviario che consentirebbe di smaltire molto più rapidamente che non con le bisarche forti quantitativi di auto. E poiché il business è importante anche all’imbarco, la ferrovia consentirebbe anche di concorrere alle gare sempre più ricche per esportare verso le Americhe le Mercedes e le Bmw oggi imbarcate (con scarsa soddisfazione, si dice) nei porti dell’est Adriatico. Siamo, in sostanza, a un mercato dinamico, con il costante ingresso di concorrenti, e proprio per questo da curare con attenzione. Un’attenzione che coinvolge nel “sistema” livornese anche il porto di Piombino, dove gli spazi non mancano: e dove l’unico problema rimane l’imbuto stradale costituito dalla 389 e da raccordi ferroviari ancora non all’altezza delle esigenze. L’Authority di Stefano Corsini se ne sta occupando: e sarà uno dei tanti impegni in questo 2018 pieno di promesse.
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