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Pino Musolino: piano di piccole ma grandi opere a Venezia e Chioggia

Pino Musolino

VENEZIA – Il porto delle piccole cose e dei grandi risultati. È così che il presidente dell’Autorità di Sistema dell’Adriatico Settentrionale che riunisce i porti di Venezia e Chioggia, interpreta il futuro dello scalo nel suo complesso nel piano operativo triennale 2018-2020; un piano che si pone infatti l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile del porto sotto l’aspetto economico, sociale, ambientale e culturale.

Perché, come dice Musolino “Venezia non può vivere solo di turismo, ma ha bisogno delle attività ricomprese nell’ambito portuale che anzi rappresentano un’efficace risposta alla monocultura turistica”.
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Non ci saranno più grandi opere nel futuro di Venezia?
Ci saranno opere, grandi o piccole poco importa, l’importante è che ci siano tutte quelle necessarie.
L’obiettivo resta quello di fare di Venezia e di Chioggia uno scalo efficiente, attrattivo ed efficacemente a servizio del ricchissimo mercato che servono, quello della Pianura Padana e del Centro Europa. Ma, visto che aumento dei traffici, incremento della produttività e quote di mercato crescenti, non comportano necessariamente un beneficio per la collettività, sarà necessario attuare una pianificazione efficace che dovrà realizzare un sistema portuale all’altezza del capitale infrastrutturale, sociale e dei servizi, del territorio in cui opera ovvero ci dobbiamo impegnare per creare nuove attività, o rinnovare quelle esistenti, per offrire un’occupazione ad alto valore aggiunto, adeguata alla domanda.
Quali investimenti prevedete per i prossimi anni? 
Il Piano Operativo Triennale prevede oltre 430milioni di euro di investimenti entro il 2020, tra questi ci saranno principalmente opere di adeguamento dei fondali, di potenziamento delle strutture portuali e rinnovamento delle infrastrutture esistenti. Quando dico “il piano delle piccole cose” intendo dire che dobbiamo mettere lo scalo nelle condizioni di operare sempre, h24 e in qualunque condizione meteo perché, già ora abbiamo a disposizione una Ferrari ma la usiamo con il freno a mano tirato.
Per mettere subito in pratica questa visione, il bilancio di previsione del 2018, recentemente approvato, prevede investimenti per 90 milioni di euro, il record dal 2010.
Su cosa investirete?
Questi fondi saranno principalmente destinati a supportare lo sviluppo di Porto Marghera, il luogo dove – da sempre – portualità e industria si fondono assieme, e che conta oltre 13.500 occupati e 1034 imprese censite delle quali oltre il 20% già si occupano di logistica integrata. La logistica per i prossimi decenni sarà uno dei settori a maggiore potenziale e potrà accompagnare Porto Marghera verso la costruzione di un modello nuovo e sostenibile fatto di logistica, di impresa di trasformazione e di produzioni ad alto valore aggiunto.
Investiremo sulla manutenzione dei canali portuali (escavi al Canale Industriale Ovest e parte del Canale Malamocco Marghera e dei bacini di evoluzione) in risposta ad una specifica aspettativa degli operatori e sul potenziamento dei terminal commerciali tra cui il nuovo terminal container nell’area Ex Montefibre e il terminal di Fusina dedicato alle Autostrade del Mare.
Quali previsioni sull’andamento dei traffici di Venezia e Chioggia?
Nell’ultimo quinquennio i traffici merci totali del Porto di Venezia si sono attestati intorno ai 25milioni di tonnellate con un calo di circa il 15% rispetto al livello pre-crisi (2008), mentre il traffico passeggeri, si è  attestato nel 2016 a circa 1,7 milioni, registrando negli ultimi anni un leggero calo dovuto alle limitazioni imposte all’ingresso delle navi da crociera.
Le merci in colli, composte da traffico ro-ro, merci varie e container, hanno mantenuto la loro quota di mercato trainate dalla forte e costante crescita del segmento container che al termine del 2016 ha fatto registrare un +7,7% rispetto all’anno precedente facendo di Venezia il primo porto container dell’Adriatico. In leggera crescita, nell’ultimo triennio, l’andamento delle rinfuse solide.
A tali traffici vanno ad aggiungersi quelli del Porto di Chioggia, caratterizzati, in particolar modo, da rinfuse solide e merci in colli, con un volume medio dell’ultimo quadriennio pari a 1,6 milioni di tonnellate.
Va però contestualizzato che la riduzione del traffico merci del Porto di Venezia risiede nella repentina flessione, osservabile nel settore delle rinfuse liquide, dovuta principalmente alla cessazione degli arrivi di petrolio greggio derivanti dalla trasformazione della raffineria Eni in bio-raffineria e della raffineria IES di Mantova in deposito.
Quali sviluppi prevede per L’Adriatico?
Le stime internazionali prevedono che in tutto il mondo al 2030 si raggiungeranno i 17 miliardi di tonnellate movimentate via mare. Il Mediterraneo ha visto crescere l’importanza dei suoi porti guadagnando quote di mercato a discapito dei porti del Nord Europa colmando quasi totalmente il gap in termini di volumi di traffico containerizzato movimentato. In questo contesto, il Nord Adriatico ricopre un ruolo di sempre maggior rilievo con un’importante crescita (+7,42% CAGR) inferiore solo a quella fatta registrare dal cluster portoghese (+11,28% CAGR) e ben superiore rispetto a quella dei principali cluster in termini di volumi assoluti. Questo in particolar modo grazie al contributo di Koper (+10,3% CAGR) e Venezia (+8,96% CAGR).
Il piano di sviluppo del porto è fortemente orientato anche alla sostenibilità e alle nuove tecnologie, a che punto è il progetto del terminal GNL?
Certamente, ritengo che sostenibilità e tecnologia siano due temi che debbano sempre andare a braccetto.
E il nuovo terminal a GNL è un ottimo esempio di questa filosofia. Stiamo supportando l’iniziativa di due società private con l’obiettivo contribuire a promuovere l’utilizzo del GNL come combustibile alternativo, sia in ambito portuale che per uso trasporto terrestre anticipando quanto stabilito dalla Direttiva UE n. 94 del 2014.
Stimiamo che al 2030, la domanda di GNL prevista per il Porto di Venezia sarà pari a 873.000 tonnellate/anno, per utilizzi ripartiti al 73% per il trasporto stradale, al 19,7% per il trasporto marittimo, ed una quota rimanente per i servizi portuali/locali. Il porto di Venezia prevede di realizzare di nuove infrastrutture per la logistica del LNG, in particolare un deposto costiero – la società DECAL ha presentato il progetto, della durata di 4 anni, per la realizzazione di un terminal costiero di stoccaggio di LNG nel canale Sud dotato di serbatoi per una capacità complessiva di 32.000m3, in grado di gestire sino a 900.000 m3 l’anno di LNG per un investimento di 100 milioni di euro – e di realizzazione e un mezzo di trasporto per la distribuzione e il bunkeraggio, in particolare bettoline per trasporto e bunkeraggio; un progetto che vede coinvolti l’AdSP MAS e la società Rimorchiatori Riuniti Panfido, per la progettazione e realizzazione di una innovativa bettolina per il trasporto di LNG con spintore bi-fuel.
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Pubblicato il
30 Dicembre 2017

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