Nel progetto UE per la “difesa comune” le ricadute sul sistema porti e sui litorali
BRUXELLES – Un sogno che diventa realtà: è quanto ha detto il presidente del consiglio europeo Donald Tusk sull’approvazione del primo progetto della UE per la difesa comune, volano industriale importante per l’economia grazie anche ai quattro progetti specifici presentati ciascuno da Italia e Germania, su diciassette progetti complessivi per l’Europa predisposti da specifiche commissioni.
Per l’Italia sono coinvolti Leonardo, Fincantieri, Piaggio Aereo, Oto. Ma particolarmente interessante è il programma comune europeo che riguarda la sorveglianza marittima e dei porti.
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Il programma si sviluppa su una capacità militare che fornirà agli stati membri la possibilità di utilizzare strutture e apparati militari per la sorveglianza e la protezione di aree marittime specificamente individuate (stretti, etc) ma anche dei porti più aperti ai pericoli (terrorismo in particolare, ma non solo) e delle acque litoranee. Il progetto riguarda anche i sistemi di controllo militari più evoluti per incrementare la sicurezza dei traffici marittimi negli stretti.
Sarà inoltre fornito un “sistema integrato di sensori marittimi, software e mezzi mobili di supporto (veicoli sottomarini, aerei, droni, eventuali satelliti) per la fornitura di dati che migliorino il rilevamento e l’individuazione di eventuali minacce provenienti dal mare o sul mare. Il documento UE riporta anche il progetto di un “sistema ripiegabile” con funzioni di controllo e comando anche militare per i porti e l’ambiente litoraneo. Tradotto in termini operativi, si tratterà di vedere se si aggiungeranno nuove funzioni a quelle della Guardia Costiera o se ci saranno interventi diretti della Marina Militare e dei centri interforze.
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