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La Riforma riformata piace poco ai sindacati

Filippo Nogarin

ROMA – I “correttivi” alla Riforma della portualità hanno superato, come è stato già scritto, lo “step” del consiglio dei ministri, compreso il dettame tutto partitico – secondo una parte dell’opposizione – che caccia via dai comitati di gestione dei porti chi ha cariche elettorali, sindaci (Nogarin a Livorno ma non solo) e i presidenti di Regione (Serracchiani a Trieste).

In attesa che il decreto interministeriale arrivi in parlamento – se ne parlerà ormai l’anno che viene – non è assolutamente scontato che questa è altre norme non possano avere, di seguito, dei “correttivi nei correttivi”. Lunedì se n’è già avuto un segnale dalla riunione nazionale dell’ANCI portuale, dove è stato ribadito che l’esclusione dei sindaci non piace affatto e può portare fori complicazioni anche nella pianificazione dei waterfront portuali.

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Intanto fa fede il testo approvato dal governo, che prevede come noto disposizioni

Debora Serracchiani

integrative e correttive al Decreto Legislativo 169/2016, ossia alla Riforma Madia/Delrio delle Autorità Portuali. Questo nuovo decreto dovrebbe, secondo il Governo “fornire un ulteriore tassello alle iniziative normative volte al compimento degli obiettivi strategici della riforma della portualità”.

La nota diffusa dal Consiglio dei Ministri spiega che gli interventi più importanti riguardano la semplificazione nella pianificazione portuale; la previsione del riferimento al Piano dell’organico del porto, con la riforma del lavoro portuale; il richiamo delle norme in materia di inconferibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico; l’introduzione di varianti localizzate ai piani regolatori portuali vigenti, che prevedono interventi di natura infrastrutturale e improcrastinabili, il cui ritardo rappresenta un ostacolo alla sicurezza e allo sviluppo del porto ovvero influisce sul corretto utilizzo di fondi nazionali ed europei.

Commentando l’approvazione, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva affermato nella recente assemblea di Assoporti che “è una soluzione buona, crea flessibilità e possibilità di piani di reinserimento e formazione per i lavoratori. C’è una parte del lavoro portuale che risente dei picchi e della variabilità, serve perciò che le Autorità abbiano questa flessibilità che è ieri è stata formalizzata”.

Tutt’altro che convinti i sindacati che come noto hanno bloccato i porti italiani la settimana scorsa, per protestare contro la mancanza di nuovi esodi agevolati. E lo scontro continua, visto che Delrio, rispondendo al presidente D’Agostino che chiedeva di scongiurare lo sciopero, aveva risposto con durezza: “Il governo governa, i sindacati facciano pure il loro mestiere”. Non sembra dunque possa esserci, malgrado il clima natalizio, molta disponibilità a ulteriori trattative. Ma mai dire mai, sotto campagna elettorale.

A.F.

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Pubblicato il
23 Dicembre 2017
Ultima modifica
2 Gennaio 2018 - ora: 13:49

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