Post-Panamax, a Livorno adesso si può
LIVORNO – Forse non c’entra niente: ma l’esercizio di ponderata bravura con cui il cluster portuale labronico ha avviato e mantiene l’accosto settimanale delle gigantesche MSC (“Vita” e “Meline” ad oggi: in arrivo in queste ore anche una terza) nel terminal Lorenzini in Darsena Toscana fa da contraltare all’invito – più che significativo, visto da quale pulpito arriva – dell’armatore Aponte a Genova perché anche in quel porto si abbia “più coraggio” per accogliere le grandi navi.
A Livorno, come hanno spiegato il direttore marittimo contrammiraglio Giuseppe Tarzia e il presidente dell’Autorità di sistema Stefano Corsini, questo coraggio c’è stato e continua. In condizioni che, vista la strettoia del Marzocco per arrivare in Darsena Toscana, sono davvero difficili, con pochi metri d’acqua sia a dritta che a sinistra: ma che testimoniano sia l’attenta programmazione in relazione al meteo, sia in particolare le capacità professionali della Guardia Costiera, dei piloti del porto e dei rimorchiatori. Il rivisitato detto evangelico “È più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che una MSC da 9 mila Teu entri in Darsena Toscana” non è solo una battuta sentita lunedì in conferenza stampa a Palazzo Rosciano: è la semplificazione di un problema che tutto il cluster portuale ha affrontato e sta affrontando per non perdere traffici containers vitali in attesa della piattaforma Europa.
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Che cosa stia facendo il porto in concreto è stato illustrato da Corsini e Tarzia dopo la proiezione di due filmati della Scovavento rispettivamente sull’ingresso della “Vita” (quasi 9 mila teu) e sui lavori del “microtunnel” che nel 2019 eliminerà definitivamente i tubi dell’Eni dalla strettoia, consentendo di avere finalmente una larghezza navigabile di 120 metri contro i poco meno di 60 di oggi. Corsini ha insistito molto sui tempi veloci da rispettare, consapevole che le grandi navi stanno sostituendo sempre più rapidamente quelle medie. L’ammiraglio Tarzia da parte sua ha sottolineato l’impegno, il senso di responsabilità ma anche la ferrea programmazione e collaborazione di tutti i servizi tecnico-nautici per far entrare navi che sotto sotto tutti gli aspetti “al limite”. Enio Lorenzini, dell’omonimo terminal, e Luca Becce, ad del Terminal Darsena Toscana, a loro volta si sono impegnati a contribuire anche economicamente ai lavori già avviati per resecare la sponda nord della strettoia, acquisendo nuova larghezza al canale. Da tutti, grandi riconoscimenti ai piloti (il capopilota Massimiliano Lupi ha diretto personalmente le manovre) e ai rimorchiatori (Corrado Neri dell’omonimo gruppo ha citato la potenza e manovrabilità dei mezzi più recenti ma anche l’estrema bravura dei suoi equipaggi). In sintesi estrema: è la collaborazione totale di tutte le componenti del cluster portuale a consentire che Livorno non perda traffici importanti in attesa della Darsena Europa e a rendere possibile – meteo permettendo – l’accesso alle mega-Msc da oltre 300 metri di lunghezza e 50 di larghezza. I prossimi lavori, che vedranno un contributo anche economico dei due terminal containers in Darsena, saranno un ulteriore passo avanti a dimostrare che il porto di Livorno ha un grande futuro ma nel frattempo si guadagna anche in grande presente.
(A.F.)
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