Dragaggi come risorse: ecco come
RIMINI – Le tecnologie più attuali per un mondo più “green”. Così nella location dell’Ente Fiera, da ieri fino a venerdì prossimo è in corso Ecomondo, la rassegna dei sistemi, ma anche delle normative di oggi sulle attività produttive nella loro incidenza sul territorio. Focus particolarmente atteso, perché della massima attualità anche in relazione ai tanti progetti in atto nei porti italiani, il workshop di venerdì prossimo organizzato da Giga ed Ecofuturo su dragaggi ed ecodragaggi, che vedrà come moderatrice la nostra Cinzia Garofoli. A chiudere la sessione dedicata ai dragaggi, il sottosegretario al ministero dell’Ambente e della tutela del mare, onorevole Sivia Velo. Ecco la nostra breve intervista sul tema.
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Onorevole Velo, i dragaggi sono stati per anni uno dei problemi per la portualità italiana…
“Ma oggi posso affermare che grazie alle modifiche che abbiamo introdotto alla fine dell’anno scorso, molti di quei problemi sono stati trasformati in risorse. Abbiamo introdotto una metodologia tutta nuova, e non certo meno rigorosa, sulla classificazione dei materiali di risulta dei dragaggi, che finalmente da certezze e rende più gestibili le operazioni senza venire meno ai principi di tutela dell’ambiente”.
Perché parla di risorse dai dragaggi?
“Perché lavorando sulla base delle innovazioni scientifiche specie sugli strumenti di analisi, la classificazione dei sedimenti è più precisa e nello stesso tempo consente di individuare quelli che non comportano problemi per l’ambiente; e che quindi possono essere utilmente avviati ai ripascimenti delle spiagge, che presentano lungo molte delle nostre coste un problema da non sottovalutare. Fino all’anno scorso si sprecavano enormi risorse per smaltire in discarica, o in altri modi, sedimenti puliti che potevano davvero far rinascere le nostre spiagge”.
Le nuove normative consentono anche il rilascio in mare di parte dei sedimenti; non è un rischio?
“Premesso che per i sedimenti puliti l’utilizzazione primaria dev’essere quella dei ripascimenti, là dove questo non è possibile o antieconomico possono essere individuate aree marine dove scaricare gli stessi sedimenti: ma solo quando sono stati attentamente controllati e classificati come puliti. Tornano al fondo pulito del mare sedimenti puliti dello stesso fondo marino.”
Tutto questo, onorevole Velo, fa sperare che i dragaggi portuali possano finalmente avere un’accelerata, per rendere competitivi i nostri principali scali..
“Il ministero dell’Ambiente ha fatto la sua parte, semplificando e chiarificando le norme. Adesso occorrono le risorse, che però spetta ad altri mettere a disposizione”.
Si riferisce al governo in generale?
“Mi riferisco in primis al ministero delle Infrastrutture e Trasporti che è competente per materia e che ha il controllo della pianificazione degli interventi sui porti”.
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