Capitanerie-Guardia costiera e Riforma, il New Deal
ROMA – Gli interventi di riforma della Riforma Portuale Delrio, che sono in corsa per essere definitivamente trasformati in legge prima che scadano i termini concessi ai decreti, hanno fatto giustizia della primitiva “sudditanza” delle Autorità marittime – Capitanerie di porto/ Guardia Costiera – alle Autorità di sistema portuale. Un riconoscimento che premia anche la Guardia Costiera italiana – braccio operativo delle Capitanerie in mare – considerata a livello internazionale tra le migliori al mondo e certamente quella a più alto livello in Mediterraneo per le operazioni SAR, grazie anche ai mezzi navali aggiornatissimi di Codecasa 2 (nella foto qui sopra una motovedetta Codecasa 800 durante un recente intervento di salvataggio tra frangenti di San Vincenzo sulla costa sud di Livorno).
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L’attuale disciplina, che ancora è regolamentata dal primo testo della Riforma della Riforma, prevede che tra i membri del comitato di gestione portuale vi sia “un rappresentante dell’ autorità marittima, designato dalle direzioni marittime competenti per territorio, con diritto di voto nelle materie di competenza, prevedendo la partecipazione di comandanti di porti diversi da quello sede dell’AdSP, nel caso in cui siano affrontate questioni relative a tali porti”.
La norma “novella” (nel linguaggio giuridico con questo termine s’intende una norma giuridica posteriore, che sostituisce una disposizione giuridica già in vigore) la lettera e) del comma 1, che individua i componenti del comitato medesimo, precisa che il rappresentante dell’ autorità marittima sia il direttore marittimo nella cui giurisdizione rientra il porto sede dell’AdSP e, “su designazione di quest’ultimo”, il rappresentante dell’Autorità marittima competente in ordine ai temi trattati in relazione ai porti compresi nell’AdSP.
Siamo dunque a un’estensione significativa della partecipazione della direzione marittima e delle Capitanerie; avendo riconosciuto il ruolo delle stesse e della Guardia Costiera sulle tematiche non solo strettamente connesse alla sicurezza, ma anche su tutto quello che può riguardare l’articolazione dei traffici marittimi nei porti e nei loro “sistemi”. Il processo è comunque ancora in corso: e bisognerà aspettare il varo definitivo della riforma della Riforma per capire dove si sarà arrivati.
(A.F.)
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