Porto Lab – Esperienza, esplorazione e gioco per crescere insieme a Contship
MILANO – Ricomincia la scuola e Porto Lab ritorna tra i banchi con il Diario Contship 2017-2018, che accompagnerà i ragazzi durante l’anno scolastico, alla scoperta del mondo dei porti e dei centri intermodali. Come ogni anno, i terminal del gruppo Contship aprono le porte agli studenti che, immersi in una realtà piena di stimoli, catturati dal fascino dalle enormi navi, dei treni e delle gru in continuo movimento, scoprono le mille applicazioni pratiche di quello che imparano in classe, dalla fisica alla matematica, dalla geografia alle lingue straniere, e hanno occasione di riflettere su culture diverse, lingue e luoghi lontani.
Il progetto, giunto al dodicesimo anno di attività, continua a rinnovarsi, grazie all’impegno di chi lo ha ideato, di chi lo segue e di chi lo supporta.
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Contship ha continuato ad ampliare negli anni l’offerta di strumenti di supporto alla didattica, collaborando con docenti e professionisti della comunicazione. Oggi le classi possono seguire un percorso coerente, adeguato alle proprie necessità, che permette loro di trarre il massimo da ogni esperienza, perché preceduta e seguita da un intenso lavoro complementare in aula.
Elemento sempre più rilevante per il progetto è il mondo del web e dei social network, che permette a Porto Lab di continuare ad allargare il suo pubblico, di restare in contatto con le persone e le comunità che animano il progetto e di continuare a condividere nuove esperienze e nuove idee.
Nato come “laboratorio a cielo aperto”, Porto Lab è diventato nel tempo anche una palestra, per l’azienda stessa e per il personale coinvolto: una sfida a comunicare imparando ad essere semplici, diretti e chiari, che richiede un grande impegno da parte di ciascuno!
Colpisce come dopo dodici anni siano ancora vivi in azienda la passione, l’orgoglio e l’impegno per questo progetto. Il segreto, spiegano in Contship, è che grazie all’energia, alla curiosità e all’entusiasmo dei ragazzi, è più facile trovare nuovi stimoli e motivazioni, nuovi punti di vista e obiettivi sempre più ambiziosi, e questa “fame” di innovazione e di crescita, si trasferisce inevitabilmente, almeno in parte, dal progetto specifico al core business aziendale.
Abbiamo rivolto alcune domande ad alcuni dei protagonisti del progetto, iniziando da Daniele Testi, Contship Marketing & Communication Director:
Come si rinnova e sviluppa – dopo 11 anni – un progetto come Porto Lab? E come possiamo immaginarlo fra 10 anni?
Porto Lab vive grazie alla determinazione alimentata dalla fiducia degli azionisti e dal management Contship, dalle decine di partner sostenitori e soprattutto dai risultati delle scuole e dei bambini che hanno partecipato. La scuola ha sempre più bisogno di formazione e cultura, non solo sui libri, ma anche fuori dalle aule. Il progetto continuerà a crescere in coerenza con l’evoluzione del mondo e delle sue abitudini. Continuerà a parlare alla scuola primaria, ma cercherà di coinvolgere anche studenti più grandi, lavorando con gli istituti medi e superiori; affronteremo i temi che dibattiamo quotidianamente e che diventano sempre più importanti e pressanti: la sostenibilità, la sicurezza, le nuove tecnologie, da un punto di vista inedito, quello del mondo dei porti e dei centri intermodali. Sfrutteremo il più possibile internet ed i social network per registrare feedback, idee e richieste dalla scuola.
Vogliamo stimolare e coltivare l’interesse delle comunità locali per il porto e per i centri intermodali, aprendo le porte dei terminal per raccontarne il lavoro, il ruolo e l’impatto sul territorio; ed abbiamo scelto di farlo partendo dai ragazzi, facendo leva sulla loro naturale curiosità e sull’impatto delle navi, dei treni e delle gru sulle quali lavoriamo ogni giorno, per arrivare anche ai più grandi, attraverso l’interesse dei più piccoli. In entrambi vogliamo creare soprattutto un senso di meraviglia e di curiosità: il desiderio di guardare dietro le quinte, dentro al motore delle cose, per continuare a sorprendersi, a imparare e a crescere.
Come e quanto incide il sempre maggiore utilizzo di internet nel progetto Porto Lab?
La diffusione capillare di internet degli smartphone ci ha trasformato in creatori di contenuti, ha moltiplicato la nostra capacità di trovare le risposte che cerchiamo, ma ci ha anche reso assai più dipendenti dalle nostre connessioni digitali e spesso incapaci di godere appieno delle esperienze reali. Per questo crediamo molto nella “concretezza” delle visite, durante le quali l’esperienza è diretta, autentica e “reale”. In questo ambito preferiamo tenere spenti computer e cellulari, invitando i ragazzi a prestare attenzione ai rumori, agli odori ed alla “materialità” del terminal in cui sono entrati. Anche questa è un’esperienza formativa, che aiuta ad apprezzare gli enormi sforzi, necessari per garantire l’approvvigionamento di mercati, industrie e distretti produttivi.
Diverso è il discorso legato alla diffusione dei contenuti in quanto, grazie ad internet, oggi possiamo diffondere il progetto attraverso diversi canali e formati, moltiplicando le occasioni di contatto e di visibilità. Stiamo continuando a lavorare proprio in questo senso, per sviluppare nuove proposte, rivolte soprattutto a docenti e ragazzi. Accanto all’attività più “tradizionale”, legata alle visite presso i terminal, stiamo infatti cercando di proporre contenuti originali e percorsi didattici dedicati, che i docenti possano scaricare e utilizzare per arricchire le lezioni e il lavoro in classe.
Mauro Solinas – Contship External Relations Director – Gestisce i contatti e i rapporti con scuole e istituzioni, i legami con le associazioni internazionali e la formazione dei tutor
Il mondo e i ragazzi sono cambiati molto negli anni e Porto Lab è un progetto al passo del cambiamento: qual è il “segreto”?
Credo sia l’aver costruito Porto Lab CON la scuola e non PER la scuola. La differenza è enorme: siamo partiti mettendo a disposizione della scuola i terminal del gruppo Contship, come laboratori a cielo aperto, ed abbiamo trovato negli insegnanti dei partner ideali per contribuire allo sviluppo della cultura didattica della comunità.
Proporre questo progetto al territorio presuppone un contatto diretto con chi la scuola la “vive”, la “fa”. Che idea si è fatto dell’impatto che Porto Lab ha nel percorso didattico di una classe?
La scuola ha necessità di guardare al di fuori del proprio istituto, del proprio contesto, per raccogliere nuovi stimoli e utilizzare di più e meglio le nuove tecnologie. I ragazzi devono invece avvicinarsi al mondo del lavoro: questo è il contributo di Porto Lab affiancando il lavoro dei docenti.
Puoi citare una realtà o un soggetto con la quale è stato particolarmente bello collaborare, e spiegarci perché?
E’ stato bello portare Porto Lab in una scuola elementare di Rosarno con 1200 alunni: realtà dal contesto sociale complesso, dove però il riscontro ricevuto dagli insegnanti e dagli alunni è stato entusiasmante. La scuola non ha confini, e la cultura apre le porte del mondo.
Laura Cinelli e Micol Moraglia – responsabili delle organizzazione visite a La Spezia, logistica, e rapporti con i tutor del progetto
In cosa consiste il cuore del vostro lavoro di organizzazione?
Incontriamo le persone per poter coordinare tutte le forze in gioco, a cominciare dalle scuole, passando per i Tutor, per arrivare a tutti coloro che danno il loro apporto nella creazione di ciascuna visita. Costruiamo con tutte loro un rapporto di fiducia che consenta di armonizzare tutte le istanze e tutti i contributi, perché ciascuno possa dare il meglio. L’esperienza Porto Lab è costruita dalle persone che ne sono coinvolte, ed è molto importante che ci sia sempre l’occasione di creare un incontro, un dialogo. Quando a settembre visitiamo le scuole per presentare il progetto portiamo sempre con noi almeno un Kit Porto Lab: casco, pettorina catarifrangente, badge e Diario, un set che cattura l’attenzione la curiosità, non solo dei ragazzi!
E’ possibile condurre una visita presso vostri terminal in presenza di una disabilità fisica? Avete qualche protocollo particolare per gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento?
Visitando un terminal, è inevitabile incontrare barriere architettoniche, legate alla natura stessa del luogo; è però altrettanto facile trovare vie alternative e, quando serve, un aiuto: non abbiamo quindi particolari difficoltà ad ospitare la visita di un ragazzo che abbia difficoltà a camminare, o che utilizzi la sedia a rotelle. Quanto al resto, Porto Lab è innanzitutto un’esperienza, non esiste un copione particolare, che si ripete ogni volta: ogni visita è diversa, proprio perché condotta in modo da adattarsi alle esigenze e alle richieste dei giovani ospiti; l’attenzione che dedichiamo agli ospiti con disabilità emerge soprattutto nella fase di definizione delle varie attività ed esperienze, durante le quali ci sforziamo di garantire sempre la massima accessibilità possibile, organizzando accessi, percorsi e trasferimenti in maniera adeguata.
Emanuele Breveglieri – consulente scientifico su didattica, sviluppo attività e iniziative collegate
Quale è la parte di Porto Lab più utile per le istituzioni scolastiche, e nello specifico per gli insegnanti che partecipano al progetto?
Porto Lab rappresenta un’opportunità di conoscenza e di cultura anche per i docenti e il suo punto di forza sta nell’ascolto e nella flessibilità. Quando un insegnante viene da noi e ci propone un percorso, ecco, in quel momento, il progetto esprime tutta la sua potenzialità; Porto Lab, i suoi Tutor, gli sponsor, diventano “strumenti” che la scuola può utilizzare per una didattica trasversale, agganciata alla realtà, dove uomini e donne, che sono anche papà e mamme, o il vicino di casa, o l’amico, ti parlano, ti mostrano i terminal, ti raccontano di merci, navi, container e, intanto, ti stanno facendo una lezione di matematica, o di storia. Per le maestre (e i maestri) è un’occasione unica.
Cinzia Garofoli
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