Darsena Europa e la corsa alle mega-ships
FIRENZE – Si va alla gara “modificata” per la Darsena Europa, sulla quale tutti si aspettano ormai di conoscere i dettagli. E come sempre, nell’attesa, fioriscono le ipotesi, non scevre da dubbi. Dal che si può dedurre che prima uscirà il bando ufficiale, prima i dubbi saranno (speriamo) eliminati. Questione di ore, ci dicono. Vedremo.
Una delle perplessità, sulla base di quello che si sapeva fino a ieri, è legata ai costi. Dalla Regione, che gestisce quella specie di “commissariamento” del nuovo progetto mai riconosciuti dall’AdSP, ma effettivo, si è detto che la nuova gara consentirà di risparmiare almeno 200 milioni di euro. Il dubbio riguarda “chi” risparmierà davvero: e dalle indicazioni emerse fino ad oggi, non sembra che l’alleggerimento andrebbe a favore dei privati che vincessero la gara, ma semmai allo Stato per le opere di dragaggio, di protezione e di adeguamento. Sarebbe, se così fosse davvero, una risposta valida a chi si era detto interessato alla gara ma a patto di spendere meno? Davvero, vedremo.
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Su una cosa non si può non essere d’accordo con Enrico Rossi, Stefano Corsini e lo stesso Filippo Nogarin quando dicono che bisogna correre. Il mondo delle mega-navi corre e si sta confermando in arrivo non solo per le crociere ma anche per le full-containers. Chi sostiene che il gigantismo in questo campo non paga dovrà vedersela con gli ordini che le più grandi compagnie mondiali stanno facendo ai cantieri. Nei giorni scorsi è stata battezzata a Seul la “United Kingdom” della Oocl, già in servizio con una portata di circa 21.500 Teu. E che non sia una mosca bianca lo confermano gli ordini di MSC e di Cma-Cgm che praticamente negli stessi tempi hanno confermato ai cantieri coreani ben 20 mega-ship da 22 mila Teu ciascuna: 11 navi da parte di MSC, 9 navi da parte della compagnia francese. Roba per il futuro? Tutt’altro, visto che le prime consegne sono previste per la fine del 2018, cioè domani.
Parallelamente all’ingresso delle nuove mega-ship, saranno eliminate (noleggiate o radiate) le navi da 12 a 14 mila teu. E i porti? Quelli che non si adegueranno, con fondali oltre i 16 metri e gru di banchina adeguate, diventeranno di serie B. Ecco perché qualcuno per il sistema del Tirreno settentrionale di Stefano Corsini, ha cominciato a guardare con interesse a Piombino, dove i fodali da 20 metri già ci sono e i piazzali anche. Angelo Roma ne ha scritto giorni fa sul quotidiano Telegrafo, ipotizzando un avvio di servizi containers a Piombino come centro di transhipment. Solo sogni d’una notte di mezz’autunno, per dirla alla Shakespeare?
Antonio Fulvi
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